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Cosa dire della NATO e di chi la difende

Per prima cosa è il caso di ribadire come la Nato sia una organizzazione criminale da sciogliere, ma il problema è come raggiungere questo scopo e con quali conseguenze.

Penso che come Unione Popolare, quando parliamo di pace, dobbiamo essere conseguenti e concreti quando affermiamo azioni politiche che i politici italiani in parlamento e al potere (praticamente tutti) presentano come irrinunciabili e assurde le tesi alternative.

Inizio questo discorso dopo aver ascoltato in internet un discorso del prof. Orsini divenuto noto per le sue affermazioni date nella trasmissione Rai Cartabianca.

Orsini è molto contraddittorio, se non incoerente, perché nel video visto su internet afferma come l’appartenenza dell’Italia alla NATO sia irrinunciabile, pena soccombere ad altri soggetti statuali o rimanere senza una difesa efficace contro le minacce estere.  

Eppure Orsini ha affermato più volte come la strategia NATO di chiusura alle trattative sia errata come errate sono le posizioni oltranziste di Biden, aggiungendo che se la NATO ci portasse vicino a una guerra termo-nucleare, l’Italia dovrebbe uscire da tale alleanza (? sudditanza!) militare.

Queste argomentazioni di Orsini sembrano mosse non da ragionamenti fondati scientificamente, cosa che invece lui afferma essere, ma da estemporaneità e dalla necessità di non porsi verticalmente contro la vulgata main-stream atlantista, vulgata ormai sostenuta da una propaganda continua e martellante (Putin è diabolico e malato, la Russia è abitata da mostri e tutto quello che è russo è da negare, il regime golpista e nazista ucraino è il difensore della democrazia e dei sani valori occidentali, Zelenski è un intrepido capo politico e non un clown costruito e imposto mediaticamente dagli States, eccetera).

Orsini afferma che non c’è alternativa alla NATO ma elude in maniera palese un accadimento macroscopico contro l’Europa attuato dal governo Usa che smonta ogni argomentazione a favore della nostra appartenenza a questa organizzazione militare.

L’attacco militare e la distruzione del gasdotto North Stream 1 e 2, attuato con quattro cariche esplosive ad alto potenziale, dopo tre mesi e le indagini dei governi tedesco, danese e svedese non vede nessun colpevole, anzi i governi europei, nel loro totale servilismo, non ne parlano assolutamente, “cadendo dal pero” se qualche volta si cita l’argomento.

Anche se non sono state evidenziate prove (che invece ci sono) è palese che gli autori di questo attacco a una struttura strategica europea sono stati gli States, e ad un atto di aggressione militare assoluto si dovrebbe (condizionale, visto il servilismo) rispondere con una contro azione militare, che chiede come primo atto la rottura dell’alleanza tramite la NATO.

Il governo USA ha dimostrato in maniera palese che è il solo e assoluto dominus della NATO e lo fa a nostro danno di europei, quindi l’uscita dalla NATO, nonostante le sciocchezze di Orsini, è una necessità assoluta.

Queste constatazioni chiedono di conseguenza un percorso per la sua realizzazione.

E’ necessario sostituire la classe dirigente politica europea a partire dall’Italia, e lo si deve fare partendo dalla denuncia di questo atto di guerra e dalla sudditanza militare, svergognando una classe politica servile e bugiarda, ma a questa denuncia, che è propedeutica al cambiamento, si devono aggiungere azioni di massa che contrastino le conseguenze economiche create dall’ultima avventura militare statunitense in Ucraina.

L’Unione Europea è l’ostacolo successivo, perché dominata da oligopoli mega economici che hanno creato un organismo di democrazia fittizia che impone gli interessi di questa classe economica, scontando però la selezione di una dirigenza politica servile ai loro interessi e proprio perché servile prona alle scelte NATO, che sono in verità per gli interessi del governo yankee.

Il ragionamento di Orsini sul vuoto che si creerebbe con la dissoluzione della NATO però è vero, e questo vuoto deve essere riempito sia politicamente che dal punto di vista della sicurezza militare.

Tornare alla vecchia situazione ante seconda guerra mondiale di stati nazionali che si facevano la guerra in Europa uno contro l’altro non è augurabile, ma nemmeno una Europa neo-imperiale, tanto più che vi sono interessi diversi e contrapposti tra il nord finto-parsimonioso e il sud pseudo-scialaquone: gli interessi e le contrapposizioni sono conseguenze degli interessi di classi economiche specifiche e non dei popoli europei e da questo assunto che va pensata la convivenza in Europa, come pure la sicurezza va costruita su politiche di pace e cooperazione che coinvolga l’intera areea mediterranea.

Insomma, per uscire dalla NATO e dalle sue politiche distruttive, militari, sociali e ambientali (perché i soldi pubblici finiscono in armi), è necessario un ragionamento collettivo e meditato, che faccia da base a qualsiasi azione politica.

Questo ragionamento è necessario perché le politiche guerrafondaie della NATO hanno aperto una crisi che può portare a un momento di rottura e come comunisti, non sapendo come e quando può avvenire, dobbiamo essere preparati per essere artefici e promotori del rovesciamento del tavolo.

 *  Anpi Trullo-Magliana

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1 Commento


  • giorgio

    sono d’accordo su quasi tutto. quanto ad orsini ritengo che nn creda alle sciocchezze che ha detto, ma che abbia parlato così per difendrsi dall’accusa di essere putiniano.

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