A decine i barchini prendono il mare, ognuno è “scafista” di se stesso.
E’ uno tsunami. 1000, 2000, è solo l’avanguardia.
Un’onda che spazza via il pianeta, da sud a nord.
Da est a ovest.
Dalle periferie ridotte a invivibili fogne, verso le cittadelle del privilegio e della ricchezza.
Nei torrioni del campidoglio le oche starnazzanti strillano all’invasione, gli zelanti servitori dell’ordine eterno costruito sulla miseria collettiva, scrivono “grida” in cui minacciano inutili “punizioni”.
Bloccare i porti, costruire muri, scavare trincee, moltiplicare i campi circondati da filo spinato.
Ma quale punizione può fare paura a chi è già stato condannato a morte sicura?
Chi ha già accettato di morire pur di salvare i propri figli?
L’umanità parla il linguaggio del bisogno e della necessità. Scappare dalla morte e anelare alla vita è scritto nel suo dna.
È vero, non possiamo dare da mangiare a tutti gli affamati del mondo.
Il capitalismo non può dare da mangiare alle sue creature.
Perché quegli affamati sono le vostre creature, l’altra faccia del vostro progresso.
E più “progredite” più diventeranno.
Siete voi che avete creato i proletari, i senza patria, i senza risorse, l’esercito salariale di riserva che ora tracima nelle vostre contrade rovinandovi la festa.
Sono i vostri fantasmi.
Più ricchi diventerete, più poveri ci saranno.
Suvvia smettete di fare i pagliacci? Toglietevi via il cerone che vi fa la faccia truce.
E toglietevi dalla testa la possibilità di governare l’ingovernabile.
Il vento di scirocco, che spazza via la vostra pacifica e comoda esistenza.
Gli storici di domani parleranno della Grande Rivoluzione prodotta dalla migrazione epocale di milioni di uomini e di donne, dalla determinazione a vivere dei loro bambini e delle loro bambine.
Dei loro peluche insanguinati in compagnia dei quali hanno imparato a combattere.
Non è retorica.
È la “democrazia”.
Il “diritto” della maggioranza dei dominati di spazzare via i dominatori.
Provate, almeno una volta, nella vostra miserabile esistenza a guardare oltre, oltre la finestra del vostro salottino, oltre l’orizzonte di quel mare che delimita le vostre conoscenze.
Oltre i muri e le sbarre che vi proteggono dall’insicurezza e dalla paura.
C’è un fiume in piena che spazza via ogni cosa che si frappone al suo avanzare.
Che vengano a migliaia, a milioni, gli affamati di pane, i bisognosi di “rose”.
Assieme faremo un gran falò di questa marcia civiltà prima che la sua putrefazione, e la concorrenza spietata dei suoi satrapi, distrugga l’umanità in un tripudio di guerre.
Divideremo lo scarso pane, e i fiori strappati dai bordi delle strade, e combatteremo, da uguali, contro chi ce lo nega.
Non è retorica.
È il vento di scirocco che soffia forte.
Provate a fermarlo se ci riuscite.
* da Facebook
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Pasquale
Si compagno. Che soffi forte il vento di scirocco e liberi, finalmente,le menti delle masse da quella nebbia assassina che per anni ha impedito loro di vederlo arrivare questo fascismo criminale. È giunto il momento di svegliarsi. Ora o mai più.