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Abbiamo abolito i neuroni

Pressoché tutto ci separa dal MarcoTravaglio-pensiero. Basterebbero il 41bis, l’ergastolo ostativo e l’ideologia manettara iper-liberista.

Per una volta, però, anche questo orologio rotto ha suonato all’ora giusta. Non a caso, sulla guerra.

Si vede, si sente, si tocca il fatto che anche una parte della piccola e media borghesia italica non regge più tanto alla prova del “credere, obbedire, combattere” di stampo euro-atlantico. E questo suo editoriale, una volta tanto, la dice giusta…

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Abbiamo abolito la storia. È vietato raccontare ciò che è accaduto in Ucraina prima del 24 febbraio 2022: gli otto anni di guerra civile in Donbass dopo il golpe bianco (anzi, nero) di Eromaidan nel 2014 e le migliaia di morti e feriti causati dai continui attacchi delle truppe di Kiev e delle milizie filo-naziste al seguito contro le popolazioni russofone e russofile che, col sostegno di Mosca, chiedevano l’indipendenza o almeno l’autonomia. Il tutto in barba ai due accordi di Minsk.

La versione ufficiale, l’unica autorizzata, è che prima del 2022 non è successo niente: una mattina Putin s’è svegliato più pazzo del solito e ha invaso l’Ucraina. Se la gente scoprisse la verità, capirebbe che il mantra atlantista “Putin aggressore e Zelensky aggredito” vale solo dal 2022: prima, per otto anni, gli aggressori erano i governi di Kiev (l’ultimo, quello di Zelensky) e gli aggrediti i popoli del Donbass. Fra le vittime, c’è il giornalista italiano Andrea Rocchelli, ucciso dall’esercito ucraino

Abbiamo abolito la geografia. Proibito mostrare la cartina dell’allargamento della Nato a Est negli ultimi 25 anni (da 16 a 30 membri)… Eppure, che la Nato si sia allargata a Est, accerchiando e assediando la Russia, minacciandone la sicurezza con installazioni di missili nucleari sempre più vicine al confine, in barba alle promesse fatte a Gorbaciov nel 1990, fino all’ultima provocazione di annunciare l’imminente ingresso nell’Alleanza dei vicini di casa della Russia – Georgia e Ucraina – è un fatto storico indiscutibile…

L’altra cartina proibita è quella dei Paesi che non condannano o non sanzionano la Russia, o se ne restano neutrali: quasi tutta l’Asia, l’Africa e l’America Latina, cioè l’87% della popolazione mondiale. Ma al nostro piccolo mondo antico occidentale piace far credere che Putin è isolato e noi lo stiamo circondando. Sul fatto che Cina, India, Brasile e altri paesucoli stiano con lui o non stiano con noi, meglio sorvolare: altrimenti lo capiscono tutti che le sanzioni non funzionano…

Solo abolendo la storia si può credere al presidente Sergio Mattarella quando ripete che “l’Ucraina è la prima guerra nel cuore dell’Europa nel dopoguerra”. E Belgrado bombardata anche dall’Italia nel 1999 dov’è, in Oceania? E chi era il vicepremier del governo D’Alema che bombardava Belgrado? Un certo Mattarella…

Abbiamo abolito il rispetto per le altre culture. In una folle ondata di russofobia, abbiamo visto ostracizzare direttori d’orchestra, cantanti liriche, pianiste di fama mondiale, fotografi, atleti (anche paralimpici), persino gatti e querce, soltanto perché russi. E poi censurare corsi su Dostoevskij, cancellare dai teatri i balletti di Cajkovskij, addirittura estromettere la delegazione russa dalle celebrazioni per la liberazione di Auschwitz. Come se il lager l’avessero liberato gli americani o gli ucraini e non l’Armata Rossa…

I trombettieri della Nato propagandano la bufala dell’“euroatlantismo” e gli scemi di guerra se la bevono, senz’accorgersi che mai come oggi gli interessi dell’Europa sono opposti a quelli dell’America.

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4 Commenti


  • simone

    Il libro “Scemi di guerra” di Travaglio comunque riesce in pieno a restituire l’istantanea di un sistema mass-mediatico italiano completamente collassato sotto il peso della propaganda della Nato. Molteplici le fake news sparse a piene mani dai giornaloni depositari del giornalismo “con il bollino di autenticità”, con in testa ovviamente Repubblica, Corriere, Stampa. Passando per i fogliacci più hardcore tipo Libero, Giornale oppure per quelli da barzelletta tipo il Foglio (ma anche il Manifesto non si sente tanto bene). Bisogna dare atto a Travaglio che la sua è un’opera importante e futuribile anche per lo storico di domani, perché chiarisce ancora una volta come nel 2023 il sistema mediatico italiano sia ridotto in macerie.


  • Manlio Padovan

    Ipocrisia e falsità sono diventate arti raffinate. L’Occidente ha a base della sua esistenza l’ossessione per il diritto alla proprietà privata come fondamento della società: ciò costituisce il sostegno della sua forma di dominazione dalla quale, per forma mentis, deriva ogni altro atteggiamento di sopraffazione e/o di sopruso…non esclusa l’imposizione dell’ora legale.
    L’Occidente, nel suo percorso di formazione ha scelto la strada dell’egoismo.
    L’Illuminismo non appartiene alle nostre più proprie radici; esso non fu una autonoma ed originale invenzione europea, pur costituendo il nostro orgoglio argomentativo. Furono i popoli nativi americani che ci indussero al dibattito politico aperto, alla argomentazione ragionata, assieme all’invito a rifiutare la religione rivelata. Senza dubbio sarebbe eccessivo affermare che l’Illuminismo mosse i primi passi nel Nordamerica del XVII secolo, ma è possibile, forse, immaginare una futura storia non eurocentrica in cui un’ipotesi di questo tipo non verrebbe trattata come scandalosa e assurda per definizione. (D. Graeber e D. Wengrow L’alba di tutto/Una nuova storia dell’umanità)
    Su quei presupposti io mi chiedo sempre più frequentemente, sollecitato da fatti di cronaca praticamente giornalieri, se all’Occidente ricco ed illuministico ma profondamente incolto sul piano umanistico non manchino troppo spesso, e ciò in quanto esso le rifiuta o non le considera, le occasioni per affrontare con mente filosofica le questioni prima di assumere ogni decisione. D’altronde è cosa nota che a pochissimi è riservata a scuola la storia della filosofia, negata ai più, e nessuna cura si ha per la filosofia vera e propria: cioè per il ragionamento laico, evitando il pensiero magico e l’oscuramento di mente e coscienza che dà la religione, per aprire la mente verso l’intelligenza, e quindi la ricerca di quel sapere capace di procurare un effettivo vantaggio all’uomo come recita lo Zingarelli alla voce “filosofia”.
    L’Occidente si è negato al suggerimento morale e filosofico che ci giungeva dal profondo del tempo di Gilgameš re di Uruk, almeno millecinquecento anni, e forse più, prima di Omero:
    Gilgameš, dove corri?/ La vita che tu cerchi non troverai.
    Quando gli dèi hanno creato l’umanità,/ la morte hanno stabilito all’umanità,/ la vita hanno tenuto nelle loro mani.
    Tu, Gilgameš riempi il tuo ventre!
    Giorno e notte rallegrati,/ ogni giorno fa festa, /giorno e notte danza e canta!
    Sia pulito il tuo vestito,/ il tuo capo sia lavato, con acqua tu sia bagnato.
    Rallegrati del piccino che afferra la tua mano,/ la moglie goda nel tuo grembo!
    Questo è il compito dell’umanità…
    La lezione ci giunge dalla lontananza dei millenni; perché: un vincolo di vasta fratellanza culturale lega da cinquemila anni l’Europa, cioè l’Occidente, alla Mesopotamia, l’attuale Iraq, dove fiorirono le inarrivabili civiltà. (G. Semerano La favola dell’indoeuropeo)
    E di quella lezione c’è traccia ancora sei secoli, e forse meno, prima della nostra era ne L’ecclesiaste 2.24: Non v’è nulla di meglio per l’uomo del mangiare, del bere e del far godere all’anima sua il benessere in mezzo alla fatica ch’ei dura.
    Poi venne Epicuro che ci invitava ad amare il piacere perché senza il piacere non si può essere felici.
    Ma non fu quella la strada che scelse l’incolto Occidente. Lontano dalle sottigliezze del pensiero e dalla realtà esso preferì inventarsi le religioni “rivelate”. Fino ad arrivare al criminale cristianesimo per il quale la colpa dei nativi amerindi, questa l’accusa degli spagnoli conquistatori, era quella di fare l’amore «liberamente, ogni volta che ne hanno voglia». Erano, perciò, gli amerindi «una razza brutale […] che prova piacere solo con le donne e il cibo». Fino ad arrivare a considerare con sospetto la pulizia del corpo, perché fare il bagno era considerato prova di ripudio per i convertiti e per i mori: tanto che l’espressione è risaputo che l’accusato facesse i bagni ricorre spesso nei documenti dell’Inquisizione. Fino a portare il terrore in ogni angolo d’Europa dicono i libri di Storia.
    Se ci soffermiamo sui nativi americani possiamo ben affermare che essi erano animati da vera democrazia in villaggi spesso non fortificati in quanto, anche se la guerra poteva rivestire una certa importanza, nella guerra veniva a mancare, come scrive Stannard, la fondamentale componente economica e la conquista non costituiva un obiettivo. (D.E. Stannard Olocausto americano/La conquista del Nuovo Mondo)
    E con le religioni “rivelate” l’incolto Occidente giunse alla fondazione di dinastie del denaro con i loro accoliti. Così siamo arrivati ad essere malati di frenesia, di impegno produttivo, di missione da compiere, di vocazione alla onorificenza, che la pacifica serenità degli indigeni, sia neri africani che nativi americani, fu presa per pigrizia dalla mente corrotta di protagonismo faccendiero degli europei e quella “pigrizia” fu sempre la scusa che giustificò le conquiste americana e africana.
    E con l’onnipotenza del denaro, l’Occidente sistematicamente impone ben armato e con pugno forte il proprio modello, ma senza poter mai né sedersi né dormire perché non invulnerabile e troppi lo odiano.
    Ma le fonti di informazione, che potrebbero istruire il popolo, sono serve delle religioni “rivelate” e si guardano bene dal darci notizie sui loro quotidiani crimini; quelle religioni “rivelate” che sono false perché pongono l’uomo al centro dell’universo e lo rendono egoista e presuntuoso.
    Le religioni “rivelate” strumentalizzano i buoni sentimenti della specie per loro interesse schifosamente materialistico: non per nulla le banche di Vaticano/Santa Sede/CCAR spa offrono i loro servizi alle industrie armiere mentre il pappa nomina la pace.


  • Danilo Franzoni

    Vorrei chieder al Sig Padovan, è Lei quel Padovan che ha dovuto difendersi per una denuncia, con l’aiuto di un Avvocato, per aver affisso a norme di legge dei cartelli nel proprio paese?
    Se si vorrei dimostrarele la mia stima e il mio rispetto nonché la mia vicinanza per quel che le è accaduto!


  • Manlio Padovan

    A Danilo Franzoni.
    Sì, sono proprio io.
    Grazie per il sostegno..
    Cari saluti.

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