Da ‘eroe nazionale’ a latitante. L’ex uomo forte della Georgia, Mikheil Saakashvili, che è accusato dalla magistratura di Tbilisi di abuso di poter, ha spiegato in un’intervista televisiva a Varsavia che non tornerà nel suo paese dove rischia di finire in carcere. Alcuni giorni fa Saakashvili è stato incriminato anche per aver ordinato il pestaggio del parlamentare georgiano Valery Gelashvili.
“Dove potrei trovare il tempo per andare in Georgia, farmi mettere in cella e rinunciare a tutto quello che sto facendo ora? No, non ho tempo per questo e loro (le autorità georgiane, ndr.) non possono farlo” ha detto l’ex presidente. Saakashvili ha detto inoltre di non voler parlare in alcun modo del governo georgiano, di cui “si vergogna”. L’ex presidente sta facendo un giro di capitali dell’est Europa. Prima di Varsavia, ha visitato Budapest. Ancora incerto il paese di approdo per l’ex marionetta della Nato che nel 2008 portò il paese in una disastrosa guerra con Mosca, istigato dagli Stati Uniti.
Riferendosi proprio a quegli eventi ieri il primo ministro russo, Dmitri Medvedev, si è rallegrato di aver preso “l’unica buona decisione” possibile lanciando un’operazione militare russa per respingere le forze georgiane in Ossezia del Sud.
“In quel momento ho dovuto prendere una delle decisioni più difficili della mia vita. E annunciare l’inizio di un’operazione (militare) per costringere la Georgia a fare la pace. Oggi, l’abbiamo visto, è stata l’unica buona decisione”, ha affermato il premier russo su Facebook, in occasione del sesto anniversario del breve ma sanguinoso conflitto.
“Oggi, ci sono due nuovi stati sulla carta geografica: l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia”, che la Russia riconosce, al contrario dei Paesi occidentali, ha aggiunto Medvedev, eletto presidente qualche mese prima dell’inizio della guerra. “Accettare l’esistenza di questi stati ha complicato le relazioni della Russia con l’Occidente. Ma la comunità internazionale ha trovato al suo interno sufficiente saggezza e forza per capire la Russia”, ha aggiunto il leader di Mosca.
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