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Razzismo sotto copertura

L’ultima uscita del cognato della regina è nuovamente sotto il segno della cultura post-fascista, che non nega il suo passato ma lo maschera con nuove argomentazioni pseudo-scentifiche e culturali.

Ma cosa è la sostituzione etnica? E cosa avviene in realtà tra le popolazioni umane?

Per descriverlo partirò da casi concreti storici per arrivare al mio caso personale come esempio esplicativo.

Cicerone scriveva che uno schiavo per essere produttivo non doveva riprodursi, perché altrimenti una parte del suo tempo sarebbe stata dedicata alla famiglia e non al lavoro per il profitto del suo padrone, condizione oggi indotta alle persone in Italia in maniera involontaria, per cui con salari bassissimi sposarsi e mettere su famiglia è un carico pesante e si vede nella bassa natalità.

Di conseguenza la società romana, schiavista e latifondista, la nobilitas aveva bisogno sempre  di nuovi schiavi per sostituire quelli che non si erano riprodotti e da qui la necessità di guerre di aggressione al fine di procurarsi schiavi a basso prezzo.

Un esempio classico è stato la conquista della Tracia, svuotata della sua popolazione, sicuramente schiavizzata, tanto che in soli 170 anni di occupazione imperiale si era e si è imposta la lingua latina neo-romanza e i suoi stessi abitanti si considerano “romani”.

La sostituzione etnica in Tracia è avvenuta perciò con una massiccia immigrazione di coloni dall’Europa occidentale, specialmente da Italia e Spagna e che sia così è evidente come generalmente è l’aspetto fisico dei romeni (pardon, romani) che è indistinguibile da noi latini occidentali.

L’evento è avvenuto in un processo molto simile alla sostituzione etnica attuata dagli yankee negli States, che al genocidio dei nativi in USA seguì la colonizzazione con popolazioni europee, che assunsero come lingua comune quella dei padroni WASP.

I coloni, perciò, sono incolpevoli delle nefandezze dei dirigenti politici, ma hanno contribuito al cambiamento linguistico, quello culturale è molto più complesso.

Il processo però non è univoco e una parte dei schiavi nella Roma imperiale venivano liberati diventando “liberti” e apportando perciò il loro patrimonio genetico all’interno della popolazione dove risiedevano: i traci continuano a vivere tra di noi e in noi.

Che sia così lo dimostrano gli studi genetici dei britanni “puri” che conservano un 1% di patrimonio genetico africano, ereditato evidentemente da schiavi importati dai conquistatori imperiali romani.

La caratteristica umana, e qui vengo alle stupidaggini del cognato della regina, è di mobilità per cui chi migra poi porterà  ai suoi eredi il suo patrimonio genetico che si diluirà con quello della popolazione dove andrà a vivere: io ho un antenato tedesco dei Sudeti e ora i suoi discendenti sono in Italia, in Olanda, in Inghilterra, in Argentina e chissà in quale altro paese.

Il cognato della regina narra di una “difficoltà” della popolazione italica da proteggere, narrandolo come se ci fosse una volontà persecutoria o una cattiva volontà di qualche “potere” più o meno oscuro.

Quello che non vuole vedere il cognato è che c’è una sofferenza della popolazione italiana causata da scelte economiche liberiste attuate da vari decenni a cui la sua parte ha contribuito e ora sta accrescendo, scaricando le colpe sugli immigrati o negando che siano indifferenti alla povertà quando invece la aumentano.

Se c’è immigrazione, inoltre, è colpa delle politiche colonialiste attuate dall’occidente, in Africa specialmente, delle tante guerre, colpi di stato e occupazioni militari attuati dai membri della NATO (senza scordare 500 anni di colonialismo occidentale), un elenco lunghissimo a cui si adegua anche il partito della regina.

Tanta preoccupazione del cognato è per dimostrarsi attento alle fobie dei rancorosi elettori della sua fazione politica, angosciati per l’arrivo di persone con altre culture, lingue e religioni, quando invece i suoi elettori sono scarsamente cristiani (ma molto cattolici), che parlano un italiano approssimativo e hanno una cultura solo di valori scarsi e superficiali.

La condizione umana è da sempre di mobilità, e lo dimostra come nei nostri geni ci siano quelli degli uomini di Neanderthal per un buon 4%, il cognato della regina se ne faccia una ragione.

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