Menu

Aspettando la catastrofe

Gli ultimi accadimenti (distruzione da parte ucraina della diga sul Dneper) e dichiarazioni varie (Rasmussen, Draghi, eccetera) rendono evidente come il blocco occidentale sotto tutela yankee è convinto che la guerra contro la Russia si deve fare sino alla loro vittoria, evidentemente perché pensano comunque di vincere militarmente, avendo convinzione di avere una economia dalle risorse invincibili.

La possibilità di una risposta nucleare russa non è nemmeno considerata, aspetto questo che sfiora più la pazzia che l’idiozia.

La realtà è che, da fonti statunitensi, l’esercito ucraino ha avuto almeno 350mila morti (e quindi anche almeno 600mila feriti), e che quindi l’esercito a guida nazi-ucraina è prossimo a una rottura e lo dimostra le affermazioni atlantiste per cui si auspica l’invio diretto di truppe polacche e dei governi razzisti baltici, senza preoccuparsi che questi paesi sono direttamente confinanti con quello russo, che non credo starà a vedere.

Credo che a fine agosto la situazione degenererà in maniera catastrofica perché ci sarà in Sudafrica il vertice dei BRICS, che non solo dovrebbe allargarsi ad altri paesi, ma cosa più importante varerà una banca mondiale in diretta concorrenza con gli istituti a guida occidentale (FMI, WTO, eccetera).

Questa banca del “mondo non-occidentale” è una mina distruttiva e non solo vagante per l’egemonia del dollaro, che è lo strumento con cui gli USA drenano ricchezza dal mondo dando in cambio carta straccia (visto il mega debito pubblico yankee).

Il varo di questa banca può essere impedito dal governo USA in una sola maniere: con la guerra.

Non so come, in che maniera e quando, ma è questo quello che si profila nel nostro futuro prossimo, anche se i mass-media fanno di tutto per tranquillizzarci (e descrivere i russi come mostri assetati di sangue).

La situazione in Italia dal punto di vista politico e sociale è sfortunatamente di calma piatta, perché il quadro parlamentare, tutto, è omologato alla Nato  e al liberismo e la maggioranza della popolazione, senza rappresentanza, ha di conseguenza un rifiuto rassegnato a qualsiasi azione o contestazione, come dimostra la scarsa partecipazione al voto.

La mia convinzione è che l’unica cosa saggia che debbano fare i comunisti è assumere posizioni e iniziative chiare davanti al popolo italiano in attesa della catastrofe e che siano un seme per il futuro perché le masse allo stato attuale non riescono a reagire e sono amorfe perché non vedono soggettività alternative credibili.

Unione Popolare, perciò, deve essere soggetto di proposte e analisi chiare, ma allo stato attuale, è mia opinione, essa è proposta come cartello elettorale da spendere sul mercato degli eleggibili, magari cercando alleanze con forze varie stile “Rivoluzione Civile”, dove l’obiettivo è eleggere qualcuno e non “rovesciare il tavolo”: è necessario riferirsi ai soggetti e ai bisogni reali e concreti e non baloccarsi con gruppi dirigenti che agiscono in maniera autoreferenziale.

E’ necessario partire dalle realtà di lotta nei territori e non dai gruppi dirigenti comunisti.

E’ necessario ribadire che è la NATO quella che porta avanti la guerra da trenta anni (in Ucraina è la fase attuale, e non la bugia che “c’è un aggressore e un aggredito”)  e essa deve essere assunta come problema principale, perché le armi sono la “merce perfetta” per il Capitalismo e le ricadute sulla nostra vita e sullo stato sociale (sanità, scuola, pensioni, eccetera) è immediata e diretta nonché distruttiva, quindi questi sono temi strettamente collegati e che il quadro parlamentare non può e non vuole dare risposte, anzi è al servizio di interessi della grande finanza internazionale, che si nutre della merce perfetta.

Sfortunatamente siamo in attesa del nostro “nuovo 8 settembre 1943”, che segna una rottura con il prima falso e se è così dobbiamo prepararci in maniera conseguente.

Dobbiamo porci il problema di come ricostruire il soggetto comunista.

* collettivo politico XI municipio, PRC XI Roma

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

1 Commento


  • Eros Barone

    L’esigenza prioritaria espressa dagli analisti statunitensi più avvertiti (ad esempio, dal politologo John Mearshmeier) è quella di arginare l’ascesa della Cina. Perciò essi hanno esortato e tuttora esortano l’attuale Amministrazione a creare un’alleanza efficace per contrastare tale ascesa. Sennonché per conseguire un tale obiettivo è indispensabile attirare la Federazione Russa in una coalizione anticinese, poiché oggi è Pechino, non Mosca, a rappresentare la principale minaccia per gli interessi degli Stati Uniti, e la Russia potrebbe essere un importante alleato. Si tratta, come è evidente, della stessa tattica suggerita a suo tempo a Donald Trump dai suoi consiglieri di orientamento conservatore e populista e condivisa da taluni ambienti sovranisti occidentali. Tuttavia, l’antica russofobia è così forte e tenace che alla fine la Casa Bianca e il Pentagono hanno scelto di arginare la Cina attraverso il “contenimento” della Federazione Russa. Il minaccioso avvicinamento della NATO ai confini russi, che la Russia è stata obbligata a contrastare dando il via all’Operazione Militare Speciale, si inscrive infatti in una più ampia strategia nordamericana di “contenimento” anticinese, oltre che antirusso.
    Consapevole dell’obiettivo delle manovre nordamericane in Europa, la Cina si è vista quindi costretta a consolidare il suo partenariato strategico con la Russia fino a trasformarlo in un’alleanza: il viaggio del presidente Xi a Mosca e i colloqui al vertice col presidente Putin sono serviti a definire i particolari di un’alleanza che è ormai in atto e che certamente, stante la complementarità economica, tecnologica e militare fra i due grandi Paesi, darà i suoi frutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *