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Politecnico: l’avanguardia della scienza o della guerra? Complici e solidali con il prof. Zucchetti

Le pesanti accuse arrivate in questi giorni al prof. Zucchetti, compagno impegnato da sempre in prima persona nelle lotte, dal TAV alla Palestina, oltre che alla solidarietà nei suoi confronti ci spingono a fare una riflessione sulla supposta neutralità della scienza vantata da certe istituzioni e propagandata dell’ideologia dominante.

Che in seguito alla netta presa di posizione del professore a favore degli studenti in occupazione le istituzioni e i partiti non abbiano di meglio da fare che andare a spulciare i profili social di un cittadino la dice lunga sullo stato della democrazia in questo paese.

Ciò è tanto più indecente nel momento in cui gli articoli scientifici, politici e i libri di divulgazione che negli anni Massimo Zucchetti ha prodotto vengono ignorati da questi stessi soggetti così determinati a reprimere i ProPal.

In un contesto universitario sembra sia più rilevante un post su una partita di calcio che la letteratura prodotta in anni ed anni. Ed è qui che, per l’ennesima volta, casca l’asino della neutralità della scienza.

Si tenta di mettere alla sbarra un professore ignorando completamente il proprio lavoro solo perché ha osato sostenere in maniera chiara e netta una posizione politica, solo perché ha criticato fortemente le strategie del Politecnico e di tutto il sistema formativo italiano.

È ben chiaro che PoliTo, per quanto si dichiari avanguardia della scienza e della tecnologia, non ha alcun potere nel momento in cui qualche partito accusa un professore su basi politiche.

Anziché difenderne la validità del lavoro scientifico si mette sull’attenti, obbedisce e collabora, anche a costo di estromettere dalla comunità universitaria uno dei suoi più validi docenti.

Per fortuna il prof. Zucchetti saprà difendersi da solo, ma i ricercatori, il personale universitario, gli studenti non sono sicuramente nelle condizioni di un professore ordinario.

L’obiettivo di queste accuse ci sembra non tanto quello specifico relativo a Zucchetti, che pure è pesante, ma piuttosto quello di fare terrorismo nella comunità accademica e di intimare a tutti “se possiamo fare questo con un professore, figuriamoci cosa potremmo fare con uno studente o un ricercatore o qualsiasi altro“.

Per non parlare poi di come queste accuse siano funzionali a mantenere omertà, silenzio e complicità rispetto allo sviluppo dell’apparato militare-industriale, che vede nel Politecnico di Torino un elemento strategico.

PoliTo è partner ufficiale delle più grandi multinazionali della guerra, la relazione economica e politica con questo tipo d’industria è ciò che oggi permette ad un polo tecnologico di vantare eccellenze nel deserto industriale piemontese.

È per questo che manganellano gli studenti che si sono incatenati – insieme al professore – senza offrire loro la minima possibilità di un dialogo, ma anzi lasciano la security in mano a qualche fascistello incarognito.

Di fronte alla guerra cominciano a cadere tutte le costruzioni ideologiche che hanno tenuto fino ad oggi, è chiaro in questo caso come la repressione sia usata in un’ottica completamente oscurantista. E questa sarebbe la neutralità della scienza?

 

P.S. chi si scandalizza per le parole scritte sulla bacheca di un social, crude certo ma non sbagliate, e invece non si muove di un millimetro di fronte a un genocidio o alle provocazioni e guerre della NATO ha scelto da che parte stare: quella del nemico di classe.

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