Alle élite occidentali, ai sostenitori della svolta militarista dell’europa, ai fanatici dell’atlantismo e, infine, a tutti quelli che assecondano la furia genocidaria di Israele
Dunque, io sono un ignorante, un catalogo di frasi fatte, di enunciati approssimativi, di difetti di pronuncia; uno stolto che ha la presunzione di parlare, ben sapendo di non avere nulla d’interessante da dire. Una imitazione d’un intellettuale, propriamente; o uno spacciatore di opinioni d’accatto. D’accordo, lo sono – e lo rivendico.
Ho però una certezza: non sono come voi. E la mia ignoranza è meno dannosa della vostra spocchia, ne sono sicuro; perché almeno io non mi combino con l’orrore, e cioè non partecipo della vostra complicità con quel brivido disumano che compie un genocidio. Se la mia ingenuità è ridicola, la vostra sapienza tollera e giustifica l’assassinio di un popolo.
Poi, quand’anche la mia maschera venga strappata, non la troverete differente dal mio volto; io sono quello che appaio. Voi, invece, si capisce che siete altro; nascondervi è la vostra vocazione, diciamo che non volete essere riconosciuti per quello che siete in verità.
Eppure, malgrado il dispendio di mezzi, chiunque può cogliere i segni inconfondibili della vostra essenza; c’è in voi qualcosa del tiranno, del boia, dell’assassino, l’ombra di atti e comportamenti col marchio depositato dello sterminio, assomigliate dannatamente all’autore della strage degli innocenti.
Perché sì, siete degli impostori, fondamentalmente; la vostra idea di democrazia è attraversata da un’ombra nera, e non mi sbaglio di troppo quando dico che la vostra logica è unicamente quella dell’interesse geopolitico, raccoglitrice di materia prima e di alambicchi per trasformare i gesti in oro; ah, sì: Israele è per voi un alleato fondamentale, per il vostro assetto, per la vostra opera egemonica e predatoria, per il vostro business; e sono per voi fondamentali le forniture israeliane di sistemi di sicurezza e difesa; per questo celebrate senza scrupoli la sua ambizione coloniale, ed è impossibile non odiarvi; vi truccate, ma siete intrisi di morte.
E non esagero quando dico che siete i sacerdoti del genocidio.
Lo scrivo ben chiaro: siete la negazione dell’equità e della giustizia, i portatori d’un virus che distruggerà quanto di meglio prodotto dalla cultura occidentale; siete l’annichilimento finale di ogni tensione all’uguaglianza tra i popoli, il nodo scorsoio che retrocede il diritto internazionale alla clava, il suo inabissamento definitivo; siete gli alleati della furia devastatrice e omicida, e il sottotesto dell’eccidio; siete la parte marcia dell’Occidente, la sua cancrena, e l’insinuazione nel suo grembo d’un tremendo destino.
E ora lo sintetizzo: siete la grammatica del genocidio.
Oggi, le vostre mani sono imbevute del sangue dei palestinesi; e non bastano a nasconderlo le belle parole, le frasi edificanti, i geroglifici dei valori e tutti i simboli di una virtù di cui vi professate paladini; quel volto pulito che mostrate in pubblico, gentile, educato, elegante, non è il vostro vero volto, bensì una maschera, a suo modo perfetta, fastosa e ricoperta d’oro, ma arcaica e tribale; essa vi dà la parvenza del giusto, ma le vostre unghie affilate privano la democrazia del suo sangue; man mano che i giorni passano, si fanno sempre più evidenti i sintomi della vostra degenerazione.
Dunque è vero: siete l’allegoria del genocidio.
Ah, sì; non può essere altrimenti. Io sono il fantasma di me stesso, ma la mia esistenza, per quanto labile, coincide con la mia parvenza; voi, invece, siete esperti in travestimento, coprite di cerone ogni vostra complicità con l’orrore; ma lo specchio rimanda la verità, e così la mattina, al vostro risveglio, quando disponete il viso alla maschera, la vostra repellente malvagità appare chiara, senza trucco, carnoso e taciturno segno della vostra definitiva fascistizzazione; la vostra vera vocazione è quella del carnefice, e infatti eccolo lì il vostro vero volto: è il volto tremendamente schifoso del criminale di guerra Netanyahu.
Ed è allora evidente che siete voi il genocidio.
Nessun altro, solo voi siete il genocidio: perché voi siete lui.
* da Facebook. Immagine: Bestiario di Aberdeen, Yena (1542).
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Oigroig
Attenzione alla letteratura! Proprio perché è evidente la volontà di genocidio del governo israeliano non serve il ricorso alla prosa d’arte o alla metafora suggestiva, tanto più se si evoca la figura del capitalista-vampiro che «priva la democrazia del suo sangue», con una fisionomia segnata dalla «degenerazione» e «unghie affilate» come una bestia della notte. Certo gli strumenti per contrastare il genocidio in corso sono pochi, il boicottaggio, il sabotaggio, ma con le metafore poetiche non si ottiene nulla e non si sa mai dove si va a finire…