Unica premessa necessaria a un testo a suo modo fulminante: la conclusione, o “terza ipotesi”, è ironica, fatta per “mettersi al livello” dei critici di destra e degli schizzinosi “di sedicente sinistra”. Sappiamo come funziona la Rete, e ci è sembrato indispensabile avvertire.
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Leggere il diluvio di opinioni su Francesca Albanese mi mette uno strano senso di ansia. E’ fin troppo banale notare la polarizzazione che suscita, o la si ama o la si odia. E io continuo basito a chiedermi come sia possibile.
Premessa doverosa: io mi identifico per qualche strano motivo in Albanese. Non c’è un particolare motivo per cui dovrei identificarmici, forse perché abbiamo quasi la stessa età? O forse perché, in quanto special rapporteur, appartiene all’intersezione di due ambienti normalmente disgiunti ma che conosco bene, quello accademico (è professoressa universitaria, come quasi tutti gli special rapporteur) e quello dell’ONU, che conosco tramite mia moglie. Boh?
Una cosa che hanno in comune quasi tutti quelli che si appassionano parlando di Albanese è che i rapporti che ha scritto (che sono essenzialmente ciò che deve fare uno special rapporteur, e sul quale normalmente li si dovrebbe giudicare) non li hanno letti, e non sembrano interessati a leggerli. Sono interessati a commentarla come persona. Ed è proprio questo che mi angoscia: che stanno parlando del dito e non della Luna, e che il dito è nella sfera di ciò che io considero non commentabile.
Lo confesso: ho delle fantasie in cui immagino con orrore uno scenario ipotetico in cui qualcosa di cui mi occupo diventi improvvisamente un tema controverso nella società, e tanta gente cominci a polarizzarsi per via del mio lavoro al riguardo, e metà di chi ci si accanisce scriva online che sono un eroe e l’altra metà che sono un bastardo.
Però tutti quanti, di entrambi i campi, rendendo virali elementi inventati o male interpretati della mia biografia, e li immagino che vengano a frugare su questa pagina per trovare prove che sono un grandissimo genio oppure – più probabile – una grandissima merda.
E’ da più di 30 anni che esistono gli special rapporteur dell’ONU “sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967”. Da quanto ricordo, tutti sono stati ferocemente accusati di antisemitismo per via di quello che scrivevano nei loro rapporti, compreso Richard Falk che era ebreo (ma la formula che si usa a destra per questi casi è “self-hating Jew”). Tra quelli che ricordo (cioè essenzialmente gli ultimi tre), però, nessuno ha suscitato emozioni forti come Albanese. Sarebbe interessante capire perché.
Il predecessore di Albanese era Michael Lynk, e se leggete ad esempio gli estratti dei suoi rapporti che si trovano su wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/Michael_Lynk) non sembrava toccarla piano nemmeno lui. L’ho incrociato ad Amman (Giordania) nel 2019, storia lunga comunque, stava intervistando dei rappresentanti della società civile palestinese, e li intervistava lì e non a casa loro perché le autorità israeliane gli avevano proibito l’ingresso in Cisgiordania. (Il confine tra Cisgiordania e Giordania è controllato da Israele).
Quindi, insomma, non era persona graditissima a Israele, per via precisamente del suo ruolo, e la cosa appariva del tutto normale a tutti. Però quasi nessuno nel mondo lo conosceva, a differenza di Albanese non c’erano né persone che lo celebrassero come eroe né persone che gli auspicavano le peggio cose.
Un’ipotesi potrebbe essere perché, banalmente, la gran parte del mandato di Albanese (iniziato nel 2022) si è sovrapposto alla guerra di Gaza, la quale ha portato a una polarizzazione molto maggiore e discorsi pubblici di una ferocia che non si vedeva da tantissimi anni.
Oppure perché Israele e USA si sono radicalizzati negli ultimi anni, e con i governi attuali sono diventati molto più spietati di prima nell’attaccare e fare attaccare chi vedono come un nemico. Ma questo forse si può considerare come collegato al punto sopra.
Parecchie persone però hanno fatto dei commenti interessanti che legherebbero la spiegazione a una sottile differenza tra Albanese e Lynk: una è una donna e l’altro no. E’ infatti la prima donna a ricoprire questo ruolo. E a una donna, è la premessa di questa ipotesi, non si perdona di non essere sottomessa.
A me che sono maschio bianco e cis verrebbe naturalmente da ignorare queste illazioni woke, però… però…
Paradossalmente ho cominciato a prendere sul serio questa ipotesi quando ho letto una denigrazione particolarmente sottile di Albanese scritta da una donna, Guia Soncini. Nell’articolo intitolato “Francesca Albanese e le donne di potere che parlano come Paperina per non sembrare stronze” (https://www.linkiesta.it/…/francesca-albanese-e-le…/), Soncini se la prende col tono di voce di Albanese, che lei considera “da Paperina”, “da gatta morta“, e “passivo-aggressiva”. Ricopio, a futura memoria, un passaggio del suo articolo, così greve che persino Berlusconi se fosse ancora vivo direbbe “no scusate, questo è troppo pure per me”:
“La vocetta da bisognosa della guida maschile è il modo in cui la donna al comando si accerta che a suo marito non caschi il cazzo. Non c’è niente che più facilmente faccia passare l’erezione a un uomo della donna che guadagna più di lui, ha più potere di lui, fa più carriera di lui. E non c’è niente cui le donne, qualunque sia il loro ruolo nel mondo, tengano di più che a essere considerate sdraiabili.“
(E’ una teoria affascinante, ma sfiderei la signora Soncini a verificarla sbobinando delle interviste a Margareth Thatcher e Angela Merkel all’apice del loro potere.)
Questo mi porta all’intuizione che il problema fondamentale di Albanese non è ciò che scrive nei rapporti e nemmeno ciò che dice nelle interviste, ma banalmente che è antipatica. (Lynk, che comunque nessuno si cacava, per quel che ho potuto vedere era abbastanza simpa.)
Un altro elemento del puzzle, probabilmente connesso al punto sopra: c’è una certa area di chi la critica a sinistra perché “comunica in maniera inadeguata”. Cioè mettono le mani avanti dicendo che sono d’accordo con ciò che dice e non hanno nulla da ridire sui suoi rapporti (non specificano se li hanno letti, ma sono di sinistra quindi si fidano che siano corretti), ma auspicano che stia un po’ più zitta, perché ogni volta che apre la bocca nuoce alla causa.
Un post molto illuminante che ho letto, elabora molto esplicitamente sul peccato originale di tutta la faccenda: Albanese non è di buona famiglia. Inoltre (questo è più tra le righe, ma inequivocabile) viene da un paesino, e per giunta meridionale. Copio-incollo senza dare la fonte, per evitare che andiate a cercare la fonte per picchiarla (il riflesso che ho avuto io leggendolo):
“Tuttavia, c’è un punto da non rimuovere: quando ci si muove a quel livello, nel contesto diplomatico e della cooperazione internazionale, la forma è sostanza. Devi saper scrivere e parlare in modo tale che anche chi è oggetto delle tue accuse possa, se vuole, fingere di non averle capite, o di averle interpretate diversamente, minimizzare. È una competenza raffinata, pressoché retorica, e di solito – spiace dirlo, e può sembrare un discorso classista, ma è così – si impara crescendo in certe famiglie e frequentando certi ambienti, che è la ragione per cui spesso i diplomatici si chiamano Edmondo Santòrsola-Venosta, e non Totuzzo Bergnocloni (la Albanese, guardacaso, non gode di status diplomatico: le piacerebbe, ma non ce l’ha).
Tale competenza non ha nulla a che vedere con l’ipocrisia intesa come atteggiamento personale, o indole: è parte integrante della diplomazia. Francesca Albanese, per temperamento e formazione, tale competenza non la possiede. E questo è grave. Non perché dovrebbe tacere, ma perché dovrebbe sapere come dire le stesse cose senza offrirsi come bersaglio perfetto. Da tempo i suoi comportamenti sono sistematicamente sopra le righe, talvolta impulsivi, spesso mediaticamente disastrosi.“
Questo testo mi ha perturbato talmente tanto che mi ha spinto a cercare un video di Albanese per capire come comunica davvero. Non l’avevo fatto nemmeno dopo aver letto quello di Soncini per verificare se ha la voce da Paperina, perché a me i video non piacciono, a me piace comunicare solo coi testi, ma a questo punto ero curioso.
E dopo aver visionato per la prima volta con attenzione dei video con lei che parla, è così che ho formulato un’altra ipotesi: Albanese suscita reazioni estreme perché è neurodivergente. Comunica sopra le righe + reagisce in modo impulsivo -> spettro autistico + ADHD.
Per chi è dal suo lato, l’essere sopra le righe può essere apprezzato perché visto come un rinforzo alle sue convinzioni. Però anche per alcuni di quelli del suo lato potrebbe apparire sgradevole, il che è normale perché è ben noto che gli autistici sono generalmente percepiti come sgradevoli:
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8992906/
(e non piacciono nemmeno agli altri autistici: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36601322/ )
E la sua intransigenza? Beh, anche lì tutto quadra, gli autistici hanno difficoltà a compromettere sui loro principi etici: https://www.frontiersin.org/…/fpsyg.2024.1364691/full.
* da Facebook
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