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Cassazione: la tortura del 41bis per Alfredo Cospito deve continuare

In pratica è stata confermata la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma, unico giudice in tutto il paese a decidere sull’articolo 41bis, dove a livello di motivazione si diceva che Alfredo Cospito è ancora più pericoloso perché il lunghissimo sciopero della fame per protestare contro il carcere duro ne ha aumentato il carisma soprattutto nella considerazione degli anarchici e di chi lo sostiene all’esterno della prigione.

Il Tribunale di Sorveglianza non aveva tenuto in alcuna considerazione il parere della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo che aveva sostenuto la scelta di revocare l’articolo 41bis a favore dell’alta sorveglianza il regime appena un gradino sotto mantenendo la censura sulla posta.

Insomma almeno per il momento non sembrano esserci vie di uscita. Al di là del fatto che la difesa aspetta la fissazione dell’udienza davanti alla Cedu, la corte europea dei diritti dell’uomo, ma si tratta in ogni caso di un percorso dai tempi non certamente brevi.

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari esulta per la decisione della Cassazione dicendo: “Benissimo, Cospito deve rimanere in carcere a scontare la sua pena al 41bis. Niente sconti o premi per i nemici dello Stato

Replica l’avvocato Flavio Rossi Albertini: “Lèggendo il commento del sottosegretario sorge il fondato sospetto che la vicenda Cospito sia statata profondamente influenzata dalla politica”. E su questo non sembrano esserci dubbi dal momento che in riferimento al processo al sottosegretario Andrea Del Mastro per violazione del segreto d’ufficio in merito alla carcerazione e di Cospito i partiti con il Pd che chiede di essere parte civile regolano i loro conti sulla pelle di un anarchico torturato.

Il commento e l’analisi approfondita a Radio Onda d’Urto di Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Ascolta o scarica

In questa vicenda il vero irriducibile appare lo Stato sempre pronto a perpetuare l’emergenza in un quadro di repressione senza sovversione. Una sorta di ultimo giapponese che ha evocato gli anni di piombo persino per un ragazzino che ha mimato la pistola P38 in Senato in direzione di Giorgia Meloni.

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