È battaglia da stamani a Jisr al-Shughur, la città siriana al confine con la Turchia controllata da ribelli armati e assediata e bombardata da giorni dall’esercito. Le truppe stamani sono entrate in città e sono in corso violenti combattimenti. La tv di stato parla di due insorti uccisi, di molti catturati e di armi sequestrate. Testimoni alla Bbc hanno riferito di case in fiamme. Gli abitanti della zona intanto continuano a fuggire in Turchia: i profughi sono ormai più di 5.000. Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha detto stamani che il consiglio di sicurezza dell’Onu deve prendere una posizione chiara sulla Siria, con una risoluzione che condanni la repressione. Al Palazzo di Vetro è allo studio una bozza di risoluzione presentata da Gran Bretagna e sostenuta da Francia, Germania e Portogallo, contraria la Russia. In serata anche l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, si è detta «molto preoccupata della situazione umanitaria in Siria» e ha «deplorato il crescente e brutale uso della forza contri i manifestanti».
«Divisioni dell’esercito sono entrate a Jisr al-Shughur e hanno ripulito l’ospedale nazionale da gruppi armati», ha detto la tv di stato, aggiungendo che «combattimenti violenti oppongono l’esercito ed elementi di gruppi armati barricati nelle periferie e nel centro». Sempre secondo la tv del regime, «due uomini armati sono stati uccisi e un gran numero di essi sono stati arrestati. Mitragliatrici sono state sequestrate». L’emittente dice anche che i soldati sono entrati in città «dopo aver disinnescato ordigni e cariche di dinamite con cui i gruppi armati avevano minato ponti e strade». Testimoni hanno riferito alla Bbc di spari e case in fiamme. Jisr al-Shugur è un campo di battaglia dal 3 giugno scorso, quando l’esercito intervenne per reprimere le manifestazioni del venerd e cominciarono gli scontri. Il regime ha detto che i ribelli in questi giorni hanno ucciso complessivamente 120 uomini della sicurezza, accusa respinta dall’opposizione, che parla di almeno 35 civili uccisi.
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