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Spagna, Zapatero molla e indice elezioni anticipate

A sole 24 ore dall’annuncio delle elezioni anticipate, la Spagna sembra già entrata nel post-Zapatero. La decisione del premier socialista non ha sorpreso quasi nessuno: ai più è apparsa «inevitabile», a qualcun altro perfino «tardiva». Di certo, sebbene manchino quasi quattro mesi alla data delle elezioni, previste per il prossimo 20 novembre, i titoli dei maggiori quotidiani iberici sono già tutti per i due potenziali futuri premier, il socialista Alfredo Perez Rucalcaba e il candidato del Partido Popular (Pp) Mariano Rajoy. Entrambi pronti a dare inizio ad una campagna elettorale che si preannuncia bollente. E per il glorioso ciclo di Josè Luis Rodriguez Zapatero non restano che poche parole di commiato, non senza qualche ‘frecciata’, puntualmente arrivata dalla stampa conservatrice.

Secondo la quale, ‘Bambi’ – come è soprannominato il premier – ha lasciato una Spagna a pezzi, minacciata dalle agenzie di rating e soffocata da inflazione e disoccupazione. La scelta di andare al voto in novembre e non in marzo, alla scadenza della legislatura, è quindi il risultato di una «situazione insostenibile tanto per il Paese quanto per Zapatero», osserva il quotidiano El Mundo, che valuta «positivamente» la sua decisione. Che sia stata una scelta personale o condivisa, il prematuro ritiro di ‘Bambì è anche il frutto di forti pressioni sia del suo partito, il Psoe, sia dell’opposizione popolare, entrambi decisi ad andare alle urne al più presto.

E sebbene la campagna elettorale si aprirà solo all’inizio di novembre, i due sfidanti sono già scesi in campo. A cominciare da Rucalcaba che oggi, incontrando a Madrid le associazioni delle vittime degli incidenti stradali, ha promesso che la sicurezza delle strade sarà uno dei punti forti della sua agenda. Il favorito, secondo i sondaggi più recenti, resta il conservatore Rajoy, ma non manca chi nutre dubbi sui due candidati, entrambi per anni all’ombra dei rispettivi leader di partito, entrambi uomini di governo e di apparato ma forse poco avvezzi al confronto pubblico. E nessuno dei due è mai stato sindaco o presidente di una regione.

Rucalcaba punta tutto su un programma di chiara impronta socialista e su un’immagine pulita, Rajoy sulla voglia di cambiamento di una Spagna fiaccata dalla crisi. Un Paese per cui la fine anticipata del ciclo Zapatero è «un’opportunità per uscire da una situazione complicata», come suggerito dal presidente della Catalogna Arturo Mas. Tre anni fa, in pochi sarebbero stati d’accordo.

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