Se la Nto bombarda l’inormazione nemica, Israele non rinuncia a opzioni più caserecce e “coatte”. Ma come sempre, l’informazione “altri” viene trattata alla stregua di “nemico combattente”. Meglio saperlo, no?
Picchiato a sangue e abbandonato in mezzo a una strada: è quanto è capitato a un fotoreporter palestinese, impegnato a documentare ieri in Cisgiordania una delle proteste settimanali contro la barriera di separazione innalzata da Israele lungo parte del confine con i Territori e rimasto vittima – a quanto da lui stesso denunciato – d’un pestaggio in piena regola condotto da alcuni soldati israeliani. L’episodio è riferito oggi dall’agenzia palestinese Maan, che mostra anche un’immagine-shock del fotografo, Moheeb Al-Barghouthi, con il volto insanguinato.
L’uomo, che lavora per Al-Hayat Al-Jadida, giornale semiufficiale dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), sarebbe stato aggredito dopo aver scattato alcune foto durante una manifestazione svoltasi a Nabi Saleh. Secondo il suo racconto, una pattuglia di militari lo ha avvicinato, bloccato e pestato per diversi minuti – dopo averlo accusato di dare «un’immagine falsata» dell’operato delle forze israeliane – lasciandolo infine ammanettato e sanguinante sul ciglio della strada. Soccorso da alcuni passati, Barghouti è stato ricoverato nel vicino ospedale di Ramallah, dove gli sono state riscontrate tumefazioni e traumi in varie parti del corpo. Il Sindacato dei giornalisti palestinesi ha condannato l’accaduto esprimendo «grave preoccupazione» per quello che ha definito «un atto d’intimidazione violenta».
L’ufficio del portavoce dell’esercito israeliano, interpellato dalla Maan, non ha da parte sua fornito spiegazioni, ma più tardi alcune fonti hanno annunciato comunque “accertamenti approfonditi”. Come si fa a non credergli?
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