da Il sole 24 Ore
«Dovremo ridurre di 16,5 miliardi di euro la differenza tra entrate e uscite di tutte le amministrazioni. Questo è il nostro obiettivo e faremo di tutto per raggiungerlo. Ma non metteremo un euro in più di tasse». Nel discorso programmatico alla Camera, dopo la vittoria elettorale del 20 novembre, Mariano Rajoy, il nuovo premier spagnolo, ha affrontato subito il nodo del risanamento del bilancio pubblico. Parlando agli spagnoli ma anche all’Europa e ai mercati finanziari: per confermare gli impegni di Madrid e tranquillizzare gli investitori.
Il leader conservatore ha ribadito che la priorità assoluta della sua azione di Governo sarà «fermare l’emorragia della disoccupazione e stimolare la ripresa dell’economia». «Dimostreremo che gli spagnoli sono capaci di creare impiego, di pagare i debiti e di fare una società più giusta», ha detto Rajoy ricordando che «nel Paese ci sono 5,4 milioni di persone senza lavoro e che il 46% dei giovani non trova un posto».
Rajoy ha spiegato che guiderà il Paese «attraverso il dialogo e la trasparenza», che non nasconderà le difficoltà e si sforzerà di dire «al pan pan, al vino vino» pur «nelle circostanze economiche più difficili» dalla nascita della democrazia spagnola. Ha detto che il suo Governo «dovrà definire il ruolo della Spagna nei prossimi vent’anni». Ma tra le parole di circostanza e la soddisfazione per essere arrivato a 56 anni al Palazzo della Moncloa, la sede del Governo, dopo tanta gavetta nel Partito popolare, Rajoy ha confermato che «tutti dovranno affrontare sacrifici molto pesanti, che i tagli colpiranno tutti». Tranne le pensioni – come promesso in campagna elettorale – per le quali ci sarà una rivalutazione a partire dal primo gennaio.
I tagli alla spesa pubblica per 16,5 miliardi di euro nel 2012 serviranno a centrare gli obiettivi di risanamento concordati (quasi imposti) dai partner europei: la Spagna si è impegnata a contenere il deficit di bilancio al 4,4% del prodotto interno lordo entro la fine del prossimo anno per poi scendere al 3% del Pil, previsto da Maastricht nel 2013. Ma il nuovo Governo popolare deve vedersela con una situazione dei conti pubblici deteriorata rispetto a solo qualche mese fa a causa della spesa fuori controllo delle regioni autonome, della mancata privatizzazione delle lotterie e della gestione degli aeroporti, e del livello dei rendimenti dei bonos che ha fatto aumentato gli oneri per interessi sul debito. «Il 6% di deficit previsto per il 2011 rischia di essere superato, lo sapremo al momento opportuno», ha detto Rajoy che non ha escluso ulteriori misure di austerity nei prossimi mesi se sarà necessario. Per molti analisti il deficit sarà almeno al 7% e la manovra complessiva per il 2012 potrebbe raggiungere i 30 miliardi. Gli interventi del Governo popolare comprenderanno tutti i livelli e tutte le voci dell’amministrazione pubblica: blocco del turnover nei dipendenti statali, stop ai prepensionamenti, abolizione dei ponti anticipando le festività al lunedì, revisione della spesa sanitaria.
Rajoy ha invece annunciato sgravi fiscali di tremila euro per ogni giovane al primo impiego assunto. Oltre a varie agevolazioni per piccole e medie e imprese e autonomi. Il programma dei popolari include anche una nuova riforma del mercato del lavoro, la modifica delle regole sulle tv pubbliche nazionali e locali, ulteriori fusioni e ricapitalizzazioni del settore bancario.
Oggi il voto di investitura: scontato considerata la maggioranza assoluta dei popolari in Parlamento. Domani Rajoy giurerà davanti a re Juan Carlos e annuncerà la composizione del Governo. Il primo Consiglio dei ministri è previsto per venerdì.
Le misure
I tagli alla spesa nel 2012
Il nuovo premier spagnolo Mariano Rajoy sono misure necessarie per centrare gli obiettivi di risanamento concordati in Europa. La Spagna si è impegnata a ridurre il deficit al 4,4% del Pil nel 2012 ma l’obiettivo è a rischio perché i popolari erediteranno una situazione difficile con un deficit superiore al 6% programmato dal precedente Governo di José Luis Zapatero che ieri ha presieduto l’ultimo Consiglio dei ministri
46%
La disoccupazione giovanile
Rajoy ha detto ieri al Parlamento che la priorità assoluta del suo Governo sarà «fermare l’emorragia della disoccupazione». «Nel Paese – ha ricordato – ci sono 5,4 milioni di persone senza lavoro e il 46% dei giovani non trova un posto». Il tasso di disoccupazione ha superato il 21,5 per cento
3mila euro
Sgravi per primo impiego
Sono le agevolazioni fiscali alle imprese previste per ogni giovane alla prima occupazione messo sotto contratto. Si accompagnano ad altre misure per la crescita rivolte soprattutto alle piccole e medie imprese
4%
Iva sull’acquisto di case
Agevolazione per ridare slancio al mercato immobiliare. L’aliquota ridotta è valida tuttavia solo fino a un limite di prezzo di acquisto da definire.
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