La Cina cresce e dopo aver annunciato che utilizzerà la propria moneta negli scambi commerciali invece del dollaro, ora lancia un suo sistema di navigazione satellitare, anche in questo caso in competizione con Washington. Pechino ha annunciato oggi il lancio operativo del suo GPS – denominato Beidou, cioè ‘grande carro’ – anche se per ora ancora in fase sperimentale, mettendo a segno un altro colpo nella sua corsa all’indipendenza tecnologica che si sta dimostrando sempre egemonica a livello internazionale.
Infatti per ora Beidou potrà fornire servizi di posizionamento, navigazione e sincronizzazione solo sul territorio cinese e su quello dei paesi confinanti. Ma per un paese di 1,3 miliardi di persone parlare di ‘scala regionale’ è fuorviante e comunque entro il 2020 l’antiGPS coprirà tutto il pianeta.
Il progetto di ricerca era iniziato nel 2000, quando furono lanciati nello spazio i primi due satelliti di posizionamento. Al momento la rete si compone di 10 satelliti in piena operatività: entro il 2020 la rete satellitare del sistema Beidou crescerà fino a raggiungere quota 35. A quel punto il ‘Grande Carro’ potrà essere utile anche per altri scopi: dalla meteorologia alla pesca alle telecomunicazioni, e il network offrirà i propri servizi agli utenti di tutto il globo fornendo anche messaggi testuali gratuiti per i dispositivi di telefonia mobile che saranno in grado di agganciarsi a Beidou.
La Cina ha negato le ipotesi di un uso militare del sistema concorrente al Global Positioning System statunitense, ma è chiaro che già il solo fatto di contendere a Washington il monopolio dei sistemi di georilevazione cambierà enormemente gli equilibri mondiali. Anche militari. Da tempo i cinesi sono diffidenti nei confronti del monopolio in questo campo del Gps, temendo ad esempio che Washington potesse bloccarne i servizi in caso di emergenza o di conflitto.
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