Prosegue a tappe forzate la riforma dello stato in senso centralista e autoritario da parte del governo di estrema destra ungherese.
Da oggi scuole ed ospedali vengono di fatto portati sotto il controllo diretto dello Stato, inbase alla nuova legge su comuni e province, votata negli ultimi giorni dell’anno scorso dalla maggioranza governativa del premier Viktor Orban e del suo partito populista di destra Fidesz (che controlla due terzi in Parlamento di Budapest). La legge priva i comuni e le province (che in Ungheria si chiamano contee) dalla maggior parte delle loro competenze, sottraendo loro anche le risorse che saranno trasferite allo Stato. Migliaia di scuole elementari e medie, nonchè tutti gli ospedali e gli ambulatori pubblici, gestiti finora dai comuni e delle province, passano alla gestione statale. I sindacati degli insegnanti temono riorganizzazioni e licenziamenti in massa. Lo Stato si accolla anche i debiti degli istituti sanitari, in totale circa 180 miliardi di fiorini (600 milioni di euro). La riorganizzazione fa parte del disegno generale, voluto dal governo Orban per una completa risistemazione dell’ordinamento statale in Ungheria che ha provocato scontri e polemiche per il suo carattere ultranazionalista.
Una grande manifestazione di protesta è stata indetta per questa sera da alcune organizzazioni e associazioni al teatro dell’Opera di Budapest, dove il governo celebra in una serata di gala l’entrata in vigore della nuova Costituzione. La polizia ha già chiuso da ore ermeticamente tutta l’area attorno al teatro. Anche organizzazioni di estrema destra si sono date appuntamento nella zona con l’intento di provocare i manifestanti dell’opposizione di centrosinistra e di sinistra e di provocare scontri.
La nuova Costituzione, passata con il voto della sola maggioranza governativa del premier Viktor Orban, ha un carattere marcatamente nazionalista e populista ed è entrata in vigore da ieri 1 gennaio. Il testo segna di fatto «la fine della terza Repubblica ungherese», proclamata nel 1989, con la caduta del governo socialista, è denuncia dell’opposizione.
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