Altro che crisi, per l’economia spagnola è un vero e proprio tracollo. Il 2012 si è aperto con un nuovo record negativo per quanto riguarda il numero di disoccupati. L’anno scorso si è chiuso con la incredibile cifra di 4,422 milioni di senza lavoro e un aumento di 322.286 persone rispetto al 2010. Questo secondo i dati forniti dagli uffici del pubblico impiego, pubblicati oggi dal ministero del lavoro e della previdenza sociale. Dati gravissimi, e come sempre avviene in questi casi sottostimati rispetto alla realtà.
Si tratta del maggiore numero di lavoratori disoccupati registrati dal 1996 ad oggi, quando é cominciato il rilevamento statistico. L’incremento dei senza lavoro nello scorso anno è stato sensibilmente superiore a quello registrato nel 2010, quando furono 176.470 i nuovi disoccupati; anche se inferiore a quelli del 2008 e 2009, quando gli uffici del pubblico impiego registrarono rispettivamente 999.416 e 794.640 nuovi iscritti. Nel solo mese di dicembre la disoccupazione è aumentata di 1.897 persone, pari a un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente. Nel commentare i dati, la nuova segretaria di Stato del lavoro, la Popolare Engracia Hidalgo, ha sottolineato che «confermano il deterioramento della situazione economica» nel secondo semestre del 2011 e ha riconosciuto che le successive riforme del lavoro varate negli ultimi mesi «non sono riuscite a dinamizzare e rendere più flessibile il mercato del lavoro».
Ma di tutto hanno bisogno i lavoratori spagnoli tranne che di flessibilità, visto che la stragrande maggioranza dei contratti di lavoro negli ultimi anni sono ‘contratti basura’, spazzatura: a tempo, a progetto, interinali. La precarietà provoca disoccupazione, e la flessibilità non la riduce, semmai la rende strutturale…
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