Sono state rafforzate le misure di sicurezza intorno alle sedi istituzionali in Egitto in vista dello sciopero generale indetto il prossimo sabato 11 febbraio, in occasione del primo anniversario della caduta dell’ex rais Hosni Mubarak. Secondo il sito web del quotidiano ‘al-Akhbar’, i militari con l’ausilio di blindati sono stati dispiegati a difesa delle sedi governative più importanti. «Il dispiegamento – ha riferito una fonte militare citata dal quotidiano – ha lo scopo di garantire la sicurezza pubblica dopo gli ultimi recenti episodi di violenza», come quello scoppiato la scorsa settimana a Port Said, dove 74 persone sono morte negli scontri scoppiati al termine di una partita di calcio. Per sabato prossimo è stato proclamato in Egitto lo sciopero generale. La proposta è nata su ‘Facebook’, ma ha trovato subito l’adesione delle forze che hanno preso parte alla rivoluzione egiziana. Secondo quanto riferisce il sito del giornale ‘al-Youm al-Sabaà, a schierarsi contro lo sciopero sono stati i Fratelli Musulmani, come annunciato dal suo segretario, Mahmoud Hussein. L’11 febbraio è una data importante per gli egiziani perchè si celebra il primo anniversario della caduta di Hosni Mubarak. Le forze giovanili, come il movimento ‘6 aprilè, vogliono sfruttare questa occasione per proseguire la protesta contro la giunta militare. Questo non piace al gruppo islamico, vincitore alle ultime elezioni in Egitto. «Siamo contrari perchè uno sciopero non vuol dire altro che fermare i treni, le scuole e i servizi – spiega – e in un momento di forte crisi economica come questo ci sembra pericoloso e poco utile per il paese. Se vogliono manifestare quel giorno possono farlo, ma non possono sabotare il paese». Sabato, oltre allo sciopero generale, prenderanno il via in Egitto altre iniziative di «disobbedienza civile» sottoscritte da oltre 30 gruppi che chiedono il passaggio dei poteri a un governo di civili. La giunta ha promesso che questo avverrà entro luglio.
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