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Siria. Le tribù hanno formato 24 brigate armate

SIRIA: TRIBU’ FORMANO 24 BRIGATE ARMATE

L’inviato speciale dell’Onu Kofi Annan arriverà domani a Damasco ma il suo tentativo per una soluzione politica viene boicottato dalle parti che spingono per la guerra civile. Una parte dell’opposizione ha già respinto il suo invito al dialogo nazionale

REDAZIONE

Roma, 09 marzo 2012, Nena News – Tribù siriane avrebbero formato 24 brigate armate per combattere l’esercito siriano.  Lo scrive il quotidiano saudita, edito a Londra, Al-Sharq al-Awsat, citando le rivelazioni fatte da un portavoce delle tribù, Khaled al-Khalaf. Secondo il giornale ogni brigata conta tra i 700 e i 1.500 combattenti e si coordina con l’Esercito libero siriano (Els), formato da disertori. Khalaf ha aggiunto che  le brigate si stanno dispiegando nelle regioni di  Damasco, Deir Ezzor, Homs, Abu Kamal, Hama, Deraa e Idbil sulla base di donazioni raccolte tra la gente.

E’ molto probabile invece che stiano ricevendo finaziamenti e armi dall’estero. Il partito della guerra civile in Libia, sponsorizzato da diversi paesi arabi, si prepara a boicottare il tentativo dell’inviato speciale Onu per la Siria, Kofi Annan, che ieri ha ribadito dal Cairo il rifiuto dell’intervento militare straniero in Siria, chiesto dalle petro-monarchie del Golfo e dalla parte di opposizione siriana riunita nel Cns (il cui leader Burhan Ghalioun si è detto «scontento per le posizioni e le dichiarazioni dell’Occidente», perché «renderebbe la situazione in Siria anche peggiore). Annan ha ripetuto l’appello a cessare «immediatamente» le violenze, il cui livello è «inaccettabile». Domani sarà a Damasco e ha assicurato che premerà su Assad perchè’ cerchi una soluzione politica. Posizione condivisa dalla Turchia (e anche dalla Tunisia). Sempre domani al Cairo arriverà il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov per incontrare i rappresentanti della Lega araba. Mosca ha già ribadito che non intende mutare atteggiamento e ha accusato la Libia di addestrare terroristi siriani e «di alcuni paesi vicini». «Sono almeno 15 mila i combattenti stranieri» e, secondo le parole di Mikhail Lebedev, vice ambasciatore russo all’Onu di Ginevra, «attaccano, uccidono, torturano e intimidiscono i civili. Molti militanti sono affiliati con al Qaeda» (Tripoli ha smentito). Si è conclusa la visita dell’inviato cinese a Damasco. Li Huaxin ha presentato una road map in 6 punti al governo e all’opposizione. Un portavoce del Comitato di coordinamento per il cambiamento democratico ha definito «positivo» l’incontro.

Sul terreno proseguono le violenze: almeno 56 morti anche ieri in varie regioni del paese, secondo l’opposizione. Ieri, nell’anniversario n.49 dell’avvento al potere del partito Baath, il vice ministro del petrolio Abdo Hussameddine si è dimesso annunciando il passaggio nella fila dell’opposizione e – secondo la tv al Arabiya – altri tre generali dell’esercito regolare siriano hanno disertato. La responsabile umanitaria dell’Onu, Valerie Amos, che sta per terminare la sua missione in Siria, si è detta «devastata» dalla distruzione che ha potuto finalmente verificare di persona in alcuni quartieri di Homs, epicentro della rivolta e della repressione, e specialmente in quello di Baba Amr.

da Nena News

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