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Arrestata la guardia che ha assassinato Trayvon

Omicidio di secondo grado. È questa l’accusa mossa dalle autorità della Florida nei confronti di George Zimmerman, la guardia volontaria che il 26 febbraio ha ucciso con un colpo di pistola il teenager di colore Trayvon Martin. Zimmerman. è già sotto la custodia delle autorità e dovrà presentarsi in tribunale nelle prossime 24 ore. Rischia il carcere a vita.

«Al caso abbiamo lavorato senza sosta. Non è stata una decisione presa alla leggera. È uno dei casi più difficili che abbiamo affrontato: abbiamo deciso sulla base dei fatti e non della pressione dell’opinione pubblica» afferma il procuratore speciale, Angela Corey, nel corso di una conferenza stampa, senza fornire indicazione su dove Zimmerman sia sotto custodia. «Non posso rivelarlo per la sua sicurezza» aggiunge Corey che, poco prima dell’annuncio pubblico, ha avuto un colloquio telefonico con i genitori di Trayvon Martin, Sabrina Fulton e Tracy Martin.

I genitori di Trayvon hanno seguito la conferenza stampa da Washington, davanti a uno schermo televisivo. E, ascoltando la decisione del procuratore – secondo quanto ha riferito il loro legale – hanno esclamato ‘Giustizia!’ precisando comunque che ‘è solo il primo passo’.

La morte di Trayvon Martin ha spaccato l’America sulla questione razziale, riportando alla memoria le divisioni del 1995 sul processo O.J. Simpson. E riaperto il dibattito sulla legge ‘Stand Your Ground’ in vigore in Florida, che offre ampia libertà a coloro che rivendicano la legittima difesa, anche a oltranza. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente americano Barack Obama, mentre il ministro della giustizia americano, Eric Holder, ha assicurato che l’esame della vicenda sarà condotto a livello federale in modo approfondito e indipendente. «Assumeremo le azioni appropriate» – mette in evidenza – se saranno riscontrate delle violazioni dei diritti civili federali.

Trayvon è stato ucciso il 26 febbraio scorso e le autorità locali non hanno proceduto all’arresto della guardia. Le polemiche che si sono da subito scatenate per il mancato arresto sono già state costate la testa al capo della polizia di Sanford, Bill Lee, e al procuratore Norman Wolfinger.

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