Diverse decine di attivisti sociali israeliani sono stati fermati nella notte tra sabato e domenica dalla polizia a Tel Aviv. Scontri piuttosto estesi che hanno fatto registrare attacchi alla sede del municipio e a tre banche vicine, oltre a una lunga interruzione del traffico in alcune arterie nel centro della città.
All’origine della protesta vi sono gli incidenti del giorno prima, quando alcune centinaia di attivisti avevano tentato di tornare a costruire un attendamento di ‘indignati’ nel centrale Boulevard Rothschild (come nell’estate del 2011). Il sindaco laburista Ron Huldai ha negato l’autorizzazione e ordinato lo sgombero.
La stampa odierna accusa in coro la polizia di aver fatto ricorso ad un uso esagerato della forza contro i manifestanti – fra cui insegnanti ed assistenti sociali – che fino a quel momento erano rimasti pacifici. Ieri le immagini del brutale arresto della attivista Dafni Lif da parte di una decina di agenti sono circolate con insistenza nei siti web degli ‘indignati’ e in serata migliaia di persone sono affluite in prossimità del municipio per protestare contro l’atteggiamento del sindaco.
Anche in questa circostanza la polizia ha reagito con grande irruenza, in particolare dopo che gruppi di dimostranti hanno attaccato tre filiali di banche. I fermati, ha anticipato un portavoce della polizia, saranno condotti oggi stesso davanti un giudice.
Il potere di Israele comincia a somigliare a una dittatura militare anche nei confronti dei cittadini “doc”.
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