Nonostante le promesse si Tim Cook, il successore di Steve Jobs alla guida di Apple, le condizioni di lavoro nell’indotto cine vanno ancora peggiorando.
Ancora violazioni sono state segnalate nelle fabbriche della Foxconn e di altri nove stabilimenti cinesi che producono pezzi per la Apple.
Lo rivela una inchiesta del China Labor Watch, una Ong americana che si batte per i diritti dei lavoratori in Cina. Secondo le ultime risultanze, non soltanto la Foxconn, la fabbrica ‘dei suicidi’, ma anche tutta la catena dei fornitori della casa di Cupertino è interessata da violazioni e mancanza di regole per i lavoratori.
Secondo lo studio, nella maggior parte delle fabbriche la media per gli straordinari mensili è tra 100 e 130 ore nei giorni normali e tra 150 e 180 ore nei momenti di forte produzione, dati che superano i limiti previsti dalle leggi cinesi. Non solo: nella maggior parte degli impianti industriali, si lavora per 11 ore al giorno anche nei fine settimana e nelle feste durante i periodi forte produzione, con un solo giorno libero al mese durante l’anno mentre durante i periodi maggiormente produttivi senza soste. Mancanza di assistenza, cibo insalubre, esposizione a sostanze tossiche e salari molto bassi completano il quadro.
La peggiore fabbrica della catena dela Apple è stata dichiarata la Riteng di Shanghai, dove i dipendenti lavorano 12 ore al giorno contro i 10 della Foxconn. Alla Riteng, gli operai riposano un solo giorno al mese, con stipendi orari di 8,2 yuan di media, poco meno di un euro, contro i 10,2 yuan della media degli operai Foxconn.
I risultati dell’inchiesta sono stati girati alla Apple affinchè prenda provvedimenti come previsto dal codice interno.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa