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Hollande: “Il rigore impedisce la crescita”

«Accumulare misure di austerità non fa ripartire l’economia. Monti ha ridotto il numero dei dipendenti pubblici, ha elevato l’età pensionabile, eppure i tassi di interesse sono sempre al 6-7 per cento».

L’intervista a Repubblica del presidente francese Francois Hollande è utile per misurare la distanzatra quel che dice di voler fare e quello che in effetti potrà o sta già facendo. Ai vertici di G8 e G20, dice, «quello che mi è dispiaciuto di più» è stato «vedere come l’Europa appariva sminuita». «Si percepisce che la Cina e l’India ci interpellano su una situazione che giudicano pericolosa e peggiorativa».

Il presidente Usa, prosegue, «è molto preparato, molto informato. Ma è innanzitutto un americano, estremamente consapevole della potenza degli Stati Uniti. Ha dato manforte perchè ha bisogno di crescita in Europa per rilanciare l’attività economica nel suo Paese». La cancelliera Angela Merkel invece «si sa cosa vuole ed è disposta al compromesso, pur restando ferma sulle sue posizioni». I rapporti con lei sono «buoni».

Al vertice europeo di Bruxelles il 28 e 29 giugno «Angela Merkel ha svolto un ruolo prezioso – precisa Hollande -. Ha capito che bisognava fare un passo avanti nei confronti dell’Italia e della Spagna, che hanno utilizzato la loro debolezza come forza. Da parte mia, ho capito quasi subito che bisognava uscire dal dibattito a 27. È interminabile e le prime ore non sono mai consacrate a quello che credono i commentatori. L’essenziale viene dopo. Ho visto che Monti e Rajoy volevano bloccare tutto e che bisognava tornare in fretta a concentrarsi sui 17 dell’Eurozona, se volevamo fare progressi».

«I rapporti internazionali – spiega – ti risucchiano. Nel senso buono del termine. Ti elevano», ma «questo innalzamento crea distanza e può suscitare nei cittadini un sentimento di allontanamento, per non dire di abbandono».

E’ la sintesi del suo dilemma: ha promesso di fare per mantere vivo il modello sociale francese-europeo, ma è “risucchiato” verso l’alto delle leadership multinazionali. Che devono render conto ai mercati finanziari, mica a chi ti ha votato…

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