Processare presso la giustizia militare elementi delle forze armate accusati di crimini contro i civili è incostituzionale: lo ha stabilito la Suprema corte del Messico con una sentenza storica emessa in relazione al processo per l’omicidio dell’indigeno del popolo Nahua Bonfilo Rubio Villegas, assassinato da un soldato a Huamuxtitlán nel 2009. Il massimo tribunale ha accolto la richiesta dei legali della vittime ordinando alla giustizia militare di trasferire la causa alla magistratura federale civile.
Con otto voti a favore e due contrari, la Suprema corte ha dichiarato incostituzionale il primo comma del secondo paragrafo dell’articolo 57 del codice di giustizia militare (datato 1933) che considera i delitti contro i civili commessi dagli elementi delle forze armate “illeciti penali contro la disciplina militare”. L’articolo implica inoltre che “i civili debbano comparire di fronte alle autorità militari per rendere effettivi i loro diritti di accesso alla giustizia e riparazione del danno, il che contraddice la Costituzione” ha precisato la giudice Olga Sánchez Cordero.
Il verdetto giunge dopo una lunga battaglia intrapresa dalle organizzazioni a difesa dei diritti umani contro l’impunità, in particolare da quando il governo del presidente Felipe Calderón alla fine del 2006 ha optato per l’uso massiccio delle forze armate nella lotta al narcotraffico. Già nel 2009 la Corte interamericana dei diritti umani (Cidh) aveva ordinato allo Stato messicano di riformare l’articolo 57 per consentire i processi dei militari presso la magistratura ordinaria.
Fonte: Misna
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