Almeno tre persone sono state uccise a Tarhuna, una sessantina di chilometri a sud-est di Tripoli, in scontri fra combattenti di una milizia armata e forze di sicurezza governative. Secondo i media libici gli scontri sono collegati alle autobombe fatte esplodere nel fine settimana nella capitale libica e il bilancio potrebbe essere più pesante.
Le forze di sicurezza hanno arrestato 32 persone per gli attentati e tra questi anche il capo del Consiglio militare di Tarhuna, dove uomini vicini al governo avrebbero inoltre sequestrato un ingente quantitativo di armi e mezzi blindati.
Secondo il Libya Herald, a essere coinvolta negli scontri e probabilmente negli attentati di Tripoli è la brigata Al Awfia, accusata di avere tra le sue file diversi simpatizzanti del deposto regime di Muammar Gheffadi.
La grande circolazione di armi in Libia e la presenza di milizie armate sono tra i ostacoli principali al ripristino di una completa normalità a quasi un anno dalla caduta di Gheddafi che proprio nell’agosto di un anno fa era stato costretto a lasciare Tripoli e ripiegare su Sirte dove poi sarebbe stato catturato e ucciso.
Fonte: Misna
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