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Germania: imitano le Pussy Riot, rischiano 3 anni di carcere

Tre persone che emulavano il gruppo femminile punk russo delle Pussy Riot rischiano di essere condannate a tre anni di carcere dopo che la Chiesa cattolica ha sporto denuncia a loro carico, a quanto ha riferito martedì il sito di notizie locali thelocal.de. Al trio, che domenica ha interrotto una funzione religiosa nella Cattedrale di Colonia, potrebbe essere imposta una detenzione perfino più lunga di quella della band da loro sostenuta, se verranno imputati e condannati da una corte. 
Secondo un articolo del Frankfurter Rundschau, due giovani ragazzi e una giovane donna – che indossavano passamontagna simili a quelli infilati lo scorso febbraio dalle Pussy Riot a Mosca nella Cattedrale di Cristo Salvatore– hanno tentato di interrompere una celebrazione in chiesa.
Il trio ha fatto irruzione nella cattedrale stendendo uno striscione con la scritta “Pussy Riot Libere” e distribuendo volantini con urla. Le guardie di sicurezza hanno scortato il gruppetto fuori dalla Cattedrale.
«La pace della Cattedrale di Colonia è stata turbata; non possiamo né vogliamo accettare tutto ciò», ha dichiarato al Frankfurter Rundschau Robert Kleine, il decano della Cattedrale, secondo thelocal.de.
Kleine ha aggiunto: «Il diritto di manifestare non può sovrastare il diritto alla libertà religiosa e ai sentimenti religiosi della congregazione».
I tre giovani ignoti attivisti potrebbero essere adesso perseguiti per aver violato la pace e aver sconvolto la libertà di praticare la religione, reati punibili con la reclusione fino a tre anni, o una multa.
Un berlinese fu condannato a nove mesi di prigione nel 2006 quando interruppe una cerimonia nel Giorno dell’Unità Tedesca.
Un videoclip rieditato della protesta delle Pussy Riot che è stato postato online ha mostrato il gruppo vicino all’altare principale della Cattedrale di Cristo Salvatore, mentre alternava calci e segni della croce, e intonava la canzone “Holy S**t”, chiedendo alla Vergine Maria di “cacciare” il presidente russo Vladimir Putin. La canzone conteneva insulti rivolti al Patriarca Kirill di Mosca e tutta la Russia, nonché ai credenti.
Le tre componenti della band russa sono state giudicate colpevoli di teppismo e sono state condannate a due anni di prigione ciascuna lo scorso 17 agosto. Questo fatto ha richiamato a livello internazionale sia l’attenzione dei media sia le critiche, che Mosca ha respinto come “infondate” affermando che l’atto della band non era una tanto una questione di performance artistica, quanto «un insulto per milioni di credenti [cristiani] ortodossi».

Fonte: Ria Novosti (Traduzione per Megachip a cura di Reberdi Pillitu)

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