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Bengasi, Polizia in rivolta contro nuovo comandante

La polizia di Bengasi si rifiuta di riconoscere il suo nuovo comandante, nominato dopo l’assalto al consolato americano nel capoluogo della Cirenaica e l’uccisione dell’ambasciatore americano Christopher Stevens: lo riferisce oggi il quotidiano Lybia Herald, sottolineando il rischio di una nuova instabilità.

Sulla base di un’ordinanza del governo, il colonnello Salah Doghman dovrebbe sostituire sia il capo della polizia di Bengasi Hussein Ahmedia che il sottosegretario agli Interni Wanis Al Sharif. Entrambi sono stati accusati della risposta tardiva delle forze dell’ordine l’11 settembre, quando la protesta contro un film offensivo nei confronti dell’islam era stata l’occasione per l’offensiva armata sfociata nell’uccisione dell’ambasciatore Christopher Stevens e di altri tre funzionari statunitensi.

Secondo Izzedin Al Sazzani, portavoce di un sindacato dei poliziotti di Bengasi, con la destituzione di Ahmedia e Al Sharif il governo di Tripoli cerca di “trovare capi espiatori” e “nascondere la sua incapacità nel garantire la sicurezza”.

Non è impossibile che nella protesta dei poliziotti trovino espressione le richieste di maggiore autonomia formalizzate nel marzo scorso a Bengasi da leader tribali e comandanti di milizie armate protagoniste della guerra civile culminata nell’uccisione del colonnello Muammar Gheddafi.

In relazione all’assalto al consolato, riferisce il Lybia Herald, finora sono state eseguiti otto arresti e iscritti nel registro degli indagati una cinquantina di sospetti. Nonostante il governo di Tripoli accusi infiltrati salafiti ed esponenti di Al Qaida arrivati dall’estero, sulla ricostruzione dei fatti molto resta ancora da capire.

Fonte: Misna

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