Le ragioni dei No Tav fanno breccia sulla stampa francese. Per Les Echos «Il principale freno al cantiere» rimane il suo costo, per questo Hollande e Monti puntano a ottenere un finanziamento europeo del 40% per i lavori e del 50% per gli studi (il resto sarebbe a carico dell’Italia, 2,9 miliardi e della Francia, 2,2 miliardi).
Le Monde mette l’accento sui malumori degli ecologisti che montano anche oltralpe: la contestazione apre un nuovo fronte tra gli ecologisti e il governo, dopo l’aeroporto di Notre-Dame-des Landes, scrive «Le Monde» che guarda anche alle proteste italiane dove i militanti No Tav assistono «impotenti» allo scavo della prima galleria: «Troveranno dal lato francese il fiato per proseguire la loro battaglia?». Mobilitati da vent’anni, continua il quotidiano, gli oppositori italiani «non sono riusciti a intaccare la volontà del potere pubblico di proseguire il progetto». Se è stato rallentato, ciò è dovuto non solo alla loro azione ma anche alla «proverbiale lentezza dell’amministrazione italiana».
Libération ci racconta come sta crescendo il movimento anti-Tgv francese e si chiede: «Il progetto si basa su un ipotetico sviluppo del trasporto merci. La costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità Lione-Torino, voluta dalla Francia e dall’Italia, è giustificata?».
Il Nouvel Observateur riporta le posizioni di Europe Ecologie-Les Verts che ha organizzato a Lione un «controvertice» e una controproposta. Per il segretario nazionale Pascal Durand, il progetto dell’alta velocità è «l’illustrazione di una tecnocrazia che non è capace di rimettersi in causa».
da “il manifesto”
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