All’indomani delle informazioni circolate con insistenza sulla rete e nei social network riguardo un tentativo di colpo di stato militare ad Asmara, la situazione nel piccolo paese del Corno d’Africa appare ancora molto confusa. “Nella tarda serata di ieri sono cominciate a diffondesi voci relative al fatto che i soldati ammutinati avrebbero preso il controllo della banca centrale e dell’aeroporto” dicono all’agenzia MISNA alcune fonti, secondo cui in queste ore “non è chiaro dove si trovi il presidente Isaias Afewerki e se il presunto colpo sia stato sventato o meno”.
Voci non confermate riferiscono inoltre che il ministro della Difesa e i capo dello staff della presidenza sarebbero stati uccisi durante il raid dell’altro ieri al palazzo del Ministero dell’informazione. Tutte informazioni smentite da Araya Desta, rappresentante permanente del governo eritreo alle Nazioni Unite secondo cui ad Asmara “la situazione è calma e non c’è niente di cui parlare”.
Alcuni organi di stampa infine, tra cui il sito di opposizione ‘Awate’ sostengono che il tentato colpo sarebbe stato respinto e i militari ammutinati, guidati dal colonnello Saleh Osman, uno dei capi militari nella regione di Assab, città portuale del Mar Rosso nel sud-est del paese, avrebbero accettato di deporre le armi.
L’esercito eritreo, tra le 200.000 e le 300.000 unità, è considerato uno dei meglio armati e addestrati del Corno d’Africa. Ma al suo interno è cresciuto negli ultimi mesi il disagio per le difficoltà economiche in cui versa il paese, produttore d’oro ma da tempo soggetto a sanzioni e ad un forte isolamento internazionale. Ad alimentare il dissenso, inoltre, sarebbero le notizie di un continuo peggioramento nello stato di salute dell’uomo forte del paese, Isaias Afewerki, di cui più volte in passato era stato ipotizzato il decesso e che controlla l’Eritrea col pugno di ferro dopo aver assunto il potere nel 1993, anno dell’indipendenza dall’Etiopia.
A contribuire alla confusione e alla mancanza di conferme su quanto stia accadendo ad Asmara in queste ore, il sistema di rigida censura imposto dal governo sull’informazione interna. L’Eritrea è sulla lista nera della associazioni per i diritti umani per violazioni dei diritti e arresti arbitrari di oppositori e giornalisti.
Dal paese ogni anno sono migliaia le perosne che tentano la fuga pur di sottrarsi alle durissime condizioni di vita e a una leva militare obbligatoria che può durare oltre trent’anni.
Nei mesi scorsi, a fare scalpore sulle pagine della stampa africana e internazionale era stata la fuga dell’intera nazionale di calcio che ha chiesto asilo politico in Uganda e del Ministro dell’Informazione, Ali Abdu, che avrebbe chiesto asilo in Canada.
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