Lo stato d’emergenza proclamato ieri sera dal presidente islamista Mohammed Morsi non placa le proteste nel Sinai.
Scontri violenti sono ripresi oggi a Ismailiya e Suez, disordini si registrano ad Assiut, finora meno toccata dalle proteste, e continuano i tafferugli anche al Cairo.
In queste ore sono in tanti puntano l’indice contro Morsi accusato di non avere il polso per mettere fine a proteste che spesso sono atti di teppismo, come nel caso dei tifosi di calcio di Port Said che si lanciano all’assalto di prigioni e uffici pubblici per protestare contro la condanna a morte di 21 ultras trovati responsabili della strage di un anno fa allo stadio cittadino di 72 sostenitori della squadra avversaria dell’Ahly.
In questo clima che da giovedì scorso ha visto la morte di una sessantina di egiziani, il Fronte di salvezza nazionale di opposizione, si è riunito per decidere la risposta all’invito al dialogo lanciato di Morsi.
La corrente di sinistra guidata da Hamdin Sabbahi ha già rifiutato i colloqui, mentre un altro noto oppositore, Mohamed el Baradei, chiede che il presidente si impegni a formare un governo di unità nazionale e un comitato per la modifica della Costituzione.
da Nena News
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