Israele progetta la costituzione di una «zona cuscinetto» all’interno del territorio siriano per «proteggersi» dagli islamisti che, prevedono a Tel Aviv, prenderanno il potere a Damasco quando sarà caduto il regime del presidente Bashar Assad. Lo ha scritto ieri il giornale britannico The Sunday Times.
Il giornale, citando fonti anonime, ha aggiunto che la «zona cuscinetto» potrebbe entrare in profondità in Siria, fino a 10 km, e sarà organizzata sul modello della «fascia di sicurezza» che Israele mantenne in Libano del sud per circa 20 anni, fino al 2000 quando fu costretto a ritirarsi.
E’ da tenere presente che Israele già controlla un’ampia porzione di territorio siriano, le Alture del Golan, che ha occupato nel 1967 durante la Guerra dei Sei Giorni.
A contribuire al controllo della futura «zona cuscinetto», sempre secondo il Sunday Times, dovrebbero essere anche “abitanti” di alcuni villaggi siriani in quella zona che, hanno detto le fonti, sono pronti a collaborare con Israele. Nel frattempo Israele sta costruendo lungo le linee di armistizio nel Golan una nuova barriera descritta come «altamente tecnologica».
Un altro giornale, il New York Times, noto per avere ottime fonti negli ambienti della sicurezza statunitense, rivela invece che l’obiettivo vero del raid aereo israeliano della scorsa settimana contro la Siria sarebbe stato effettivamente un centro ricerche, così come avevano detto sin dall’inizio le autorità di Damasco.
L’attacco al convoglio di armi diretto in apparenza al movimento sciita libanese Hezbollah,ipotesi avanzata da fonti diplomatiche occidentali e dai media internazionali, in realtà sarebbe stato solo una copertura del vero bersaglio dove, secondo il New York Times, lavorerebbero anche esperti nordcoreani di armi chimiche e batteriologiche.
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