Il Fronte di Salvezza nazionale (Nsf) egiziano, coordinamento di diverse forze progressiste all’opposizione del governo dei Fratelli Musulmani, non incontrerà il Segretario di Stato americano John Kerry durante la sua visita al Cairo di domani. La decisione è stata adottata come forma di protesta contro l’ingerenza di Washington sulla questione delle elezioni legislative egiziane, previste per la fine di aprile; l’amministrazione USA ha infatti invitato il Fronte a riconsiderare la sua decisione di boicottate le elezioni per protesta contro la politica del presidente egiziano Mohamed Morsi, accusato di aver tradito lo spirito della rivoluzione che pose fine al potere di Hosni Mubarak nel 2011 e di reprimere in maniera autoritaria le spinte sociali al rinnovamento e al cambiamento.
A riferire ai giornalisti la scelta dei rappresentanti del principale cartello delle opposizioni egiziane è stato l’ex candidato alle presidenziali Hamdeen Sabahi, che guida la Corrente Popolare Egiziana, formazione d’ispirazione progressista. Sabahi ha dichiarato all’emittente ‘OnTv’ che lui e Mohamed El Baradei, coordinatore del Fronte e numero uno del liberale Partito della Costituzione, hanno rifiutato di vedere Kerry per “lanciare un messaggio” all’amministrazione di Washington, e cioè che “non ne accettiamo le pressioni”. Più sfumata la posizione di Amr Moussa, l’ex ministro degli Esteri alla testa del secolarista Partito della Conferenza: nemmeno lui intende confrontarsi in prima persona con il segretario di Stato, ma invierà in sua vece un proprio rappresentante. “Non c’è modo di partecipare alle prossime elezioni”, hanno sottolineato fonti vicine a Moussa che hanno preteso l’anonimato. “E’ una decisione del Fronte di Salvezza, la cui unità per noi costituisce la priorità principale”.
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