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Georgia. Se i risultati elettorali non piacciono alla Nato si passa al golpe

Se i risultati elettorali non corrispondono alle ambizioni euroatlantiche c’è sempre l’opzione del golpe. Come avvenuto nella Kiev di Euromaidan nel 2014.

Migliaia di manifestanti si sono riuniti ieri nel centro di Tbilisi per protestare contro il risultato elettorale che ha assegnato la vittoria al partito di governo Sogno Georgiano, denunciando brogli e cercando di rovesciare il risultato delle urne.

I manifestanti sventolavano bandiere della Georgia, dell’Unione europea e qualcuna anche dell’Ucraina. La presidente della Repubblica, Zourabichvili, è intervenuta al raduno di piazza attaccando il governo e le presunte interferenze russe sul voto. La vittoria di Sogno georgiano è stata definita dalla presidente “un’operazione senza precedenti e pre pianificata che ci ha privato dei nostri voti, del nostro parlamento e della nostra costituzione”. La Zourabichvili non ha però ancora fornito prove in merito al coinvolgimento della Russia, accusata di aver ostacolato l’adesione della Georgia all’Unione europea.

La coalizione filo Ue/Nato ha dichiarato intanto che l’opposizione non parteciperà a nessun colloquio con il governo e spingerà per un nuovo voto sotto la supervisione internazionale.

La presidente georgiana Salome Zurabishvili e i partiti di opposizione definiscono illegittimi i risultati delle elezioni parlamentari al fine di preparare il terreno per un colpo di Stato”, ha affermato il presidente del parlamento georgiano Shalva Papuashvili rispondendo alle minacce delle forze filo Ue e filo Nato. “Questo scenario è stato preparato in anticipo: dichiarare illegittimi i risultati, inventare un governo tecnico… tutto questo è una fase di un colpo di stato verso il quale si stanno dirigendo e quindi vanno contro l’ordine costituzionale”, ha detto il presidente del parlamento sottolineando che la Georgia non lo permetterà.

Alla delegittimazione dei risultati elettorali in Georgia non poteva mancare il segretario del Dipartimento di Stato americano, Anthony Blinken, il quale ha chiesto un’indagine su possibili violazioni delle elezioni in Georgia. “Ci uniamo agli appelli … a un’indagine completa su tutte le segnalazioni di violazioni legate alle elezioni”, ha detto Blinken in una dichiarazione rilasciata dal Dipartimento di Stato.

Non c’è stata alcuna interferenza russa nelle elezioni parlamentari in Georgia ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, bollando come “infondate” le accuse mosse contro Mosca. Peskov ha riferito di “tentativi di destabilizzare la situazione nella repubblica”, precisando che “i tentativi di interferenza sono visibili anche a occhio nudo, ma non da parte della Russia”, perchè “noi non ci intromettiamo negli affari interni georgiani e non ci intrometteremo”.

Le elezioni parlamentari nella repubblica si sono tenute il 26 ottobre. Secondo la Commissione Elettorale Centrale, dopo aver contato tutte le schede, il partito di governo Sogno Georgiano ha vinto, ottenendo il 53,93% dei voti. Entrano in parlamento anche quattro partiti di opposizione, che in totale hanno ricevuto il 37,78%. Ma non era questo il risultato voluto dalla Nato e dall’Unione Europea.

Il voto in Georgia è stato monitorato da 1700 osservatori provenienti da 76 organizzazioni internazionali.

Pascal Allizard, coordinatore speciale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha espresso domenica la speranza che il governo neoeletto della Georgia “avvicini il paese” ai suoi obiettivi di integrazione europea. “Spero sinceramente che la leadership eletta ieri affronti in modo efficace le principali sfide che questo Paese si trova ad affrontare e avvicini la Georgia agli obiettivi legati all’adesione all’Unione Europea”, ha affermato Allizard durante la presentazione dei risultati dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’OSCE dopo le elezioni generali di sabato. 

“Sebbene la campagna abbia offerto agli elettori un’ampia scelta in vista delle elezioni parlamentari in Georgia, è stato bello vedere che ciò non è sufficiente per allineare le elezioni ai principi democratici internazionali”, ha affermato Eoghan Murphy, che ha guidato la missione di osservazione elettorale dell’ODIHR. “La profonda polarizzazione nel paese, l’indebita pressione sugli elettori e sulla società civile e la tensione che abbiamo visto il giorno delle elezioni dimostrano che c’è ancora molto lavoro da fare”.

Il tentativo di rovesciare il risultato elettorale in Georgia, cosa che non ha fatto l’opposizione in Moldavia nel recente referendum sull’adesione alla Ue pur avendone abbondanti ragioni, dimostra come l’Unione Europea e la Nato non esitino a ricorrere al lavoro sporco per piegare i paesi della periferia dell’Europa ai propri diktat politici e militari.

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2 Commenti


  • Alessandro Di Meo

    Come quando a Belgrado gli ascari di Soros, della Nato e compagnia cantante (i giovani “democratici” di Otpor!!!) assaltarono il parlamento, assalto visto con simpatia anche da aree come il manifesto, rendendo vane le elezioni che avrebbero dovuto portare a un ballottaggio, consegnando di fatto Slobodan Milosevic all’illegale tribunale dell’Aja. La storia si ripete ovunque.


  • Barbieri Mario

    E ancora oggi tanti compagni si bevono le bugie colossali inventate da NATO & friends per giustificare l’aggressione alla Jugoslavia, una fra tutte Srebrenica

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