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Perù: riparte protesta contro multinazionale mineraria

Centinaia di persone sono tornate a manifestare oggi per l’ennesima volta contro il progetto minerario Conga – il più grande progetto di questo tipo della storia del Perù – del gruppo statunitense Newmont. I manifestanti hanno occupato uno dei siti della concessione mineraria nella regione settentrionale di Cajamarca. Secondo la compagnia Yanacocha, filiale della Newmont, i manifestanti avrebbero bruciato del materiale e un container costringendo il personale ad evacuare il sito.
Gli attivisti si sono stabiliti nella zona di El Perol, e minacciano di occupare il sito fino a quando la compagnia mineraria responsabile del progetto non avrà ritirato tutto il personale. Le comunità locali, che costituiscono il nocciolo duro della protesta a Conga, temono e denunciano l’impatto idrico, sociale e ambientale dell’immensa opera mineraria i cui proventi, tra l’altro, andranno per lo più ad ingrassare i portafogli di imprenditori stranieri.
Con un totale di circa 4,8 miliardi di dollari di investimenti, Conga costituisce il più grande progetto minerario (oro e rame) mai realizzato in Perù. I lavori per la sua realizzazione lo scorso anno erano stati sospesi dopo che gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti avevano causato la morte di cinque persone.
Tuttavia gli attivisti accusano la Yanacocha di proseguire gli scavi e la lavorazione per un progetto che, sulla carta, comporta la sostituzione di quattro laghi naturali con impianti artificiali, alimentando i timori per l’approvvigionamento idrico in una zona spesso soggetta a siccità.

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