Sarà applicata per un altro anno la clausola di salvaguardia che permette di limitare la libera circolazione delle persone verso lo Svizzera. Il Consiglio federale ha deciso oggi di prorogare le restrizioni per i lavoratori provenienti dai paesi dell’Est Europa e di estenderle agli altri membri dell’Ue, se vi saranno le condizioni richieste. La clausola detta di “salvaguardia”, prevista dagli accordi bilaterali conclusi con l’Unione europea, permette alla Svizzera di reintrodurre contingenti di corta durata. Per poter ricorrere a questa misura il numero delle autorizzazioni concesse a cittadini dell’Ue deve essere di almeno il 10% superiore alla media degli ultimi tre anni.
Il primo maggio del 2012, la Confederazione ha attivato la clausola per i cittadini provenienti da Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Repubblica ceca. Lo scorso anno l’incremento dei permessi B concessi a cittadini degli altri 17 paesi membri è stato del 4,6% rispetto al 2011 per questo da più parti è stato chiesto di estenderla anche ai lavoratori provenienti da Francia, Germania e Italia.
I contingenti possono essere reintrodotti se la soglia di 56’268 permessi B per UE-17 è superata tra il primo giugno 2012 e il 31 maggio 2013. Nel 2012, il numero di permessi B (di una durata di cinque anni) accordati a cittadini dell’UE-17 è stato pari a 55’430. La misura ha un impatto limitato visto che non potrebbe essere prorogata dopo il 2014. La clausola di salvaguardia non riguarda i frontalieri.
“Occorrono misure a lungo termine” – Il Consiglio federale “è consapevole che la clausola di salvaguardia esplica un effetto limitato nel tempo e che occorre adottare misure con effetti a lungo termine”. In quest’ottica sono state potenziate un anno fa le misure d’accompagnamento per lottare contro il dumping salariale. “Occorre altresì continuare a combattere sistematicamente gli abusi nell’ambito del diritto sugli stranieri e della sicurezza sociale”.
Anche nei settori della pianificazione del territorio, della costruzione di alloggi a prezzi accessibili e dell’infrastruttura la Confederazione, i Cantoni e i Comuni devono elaborare progetti comuni volti a rendere l’immigrazione non soltanto positiva per l’economia, ma anche sostenibile dal punto di vista sociale.
Durante la discussione odierna, il Consiglio federale ha tuttavia ribadito chiaramente che la piazza economica svizzera trae grande beneficio dalla libera circolazione delle persone: l’immigrazione in provenienza dall’UE ha avuto effetti positivi sul consumo e gli investimenti edili anche durante la recessione, sostenendo l’economia svizzera.
da Ticinonline
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