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Francia. “Carlos” compare in tribunale

Ilich Ramirez Sanchez, conosciuto come Carlos e’ comparso oggi in aula presso il tribunale di Parigi per il processo di appello contro la condanna per una serie di attentati avvenuti in Francia trent’anni fa. Ilich Ramirez Sanchez, si e’ però presentato senza i suoi avvocati ai quali ha chiesto di non presenziare all’udienza. Carlos è detnuto nelle carceri speciali francesi dal 1994, quando fu “venduto” ai servizi segreti francesi e catturato in Sudan.  Carlos e’ stato condannato nel 2011 per due attentati compiuti nel 1982 e nel 1983 alla stazione di Marsiglia e un altro a Parigi. Negli attentati ci furono 11 morti e 150 feriti. Gia’ condannato all’ergastolo per l’omicidio di alcuni gendarmi francesi, per questi attentati Carlos ha subito una nuova condanna all’ergastolo.
Recentemente – a giugno dello scorso anno – tramite il suo avvocato Gabriele Bordoni, Carlos aveva chiesto che la magistratura mettesse a verbale alcune sue dichiarazioni relative alla strage della stazione di Bologna il 2 agosto del 1980.  Il verbale dell’audizione di Carlos con il suo legale è stato consegnato alla Procura di Bologna, nelle mani del pm Enrico Cieri e del procuratore capo Roberto Alfonso. “Si tratta di alcuni elementi che potrebbero rappresentare stimoli investigativi da approfondire. Non so dire se siano novita’, a me sembra di si’, ma puo’ essere che gli inquirenti abbiano gia’ verificato queste circostanze nelle loro indagini” aveva commentato l’avvocato Bordoni.  Carlos aveva manifestato la volonta’ di “parlare davanti a un Tribunale italiano, perche’ in Francia a suo parere non c’e’ uno stato di diritto e lui non si sente garantito”.
Secondo Carlos, la Cia aveva architettato la strage del 2 agosto 1980 pianificando che un militante tedesco dell’organizzazione di Carlos, Thomas Kram, rimanesse ucciso nell’attentato a Bologna (dove si trovava in quei giorni), dimostrando la responsabilità di questo gruppo nella strage. Kram invece “si salvo’ per miracolo. Era in stazione per fare una telefonata e si allontano’ pochi istanti prima dello scoppio della bomba”.

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