Anche il premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk, come molti altri intellettuali e artisti turchi, si é schierato al fianco del movimento di opposizione nato attorno alla mobilitazione di Piazza Taksim, denunciando ”l’approccio oppressivo e autoritario del governo del premier Recep Tayyip Erdogan”, riferisce Hurriyet online. Quest’anno, ha scritto Pamuk, il governo prima ha proibito di festeggiare il maggio a piazza Taksim, luogo simbolo della sinistra turca. Poi ha deciso che ”l’unico spazio verde del centro sarebbe diventato un centro commerciale, senza chiedere il parere dei cittadini d’Istanbul”. ”E’ stato – afferma Pamuk – un ”grave errore”. All’origine di questa ”politica insensibile’ – ha aggiunto – c’é l’approccio oppressivo e autoritario del governo”. ”Mi dà fiducia e speranza nel futuro – scrive ancora il Premio Nobel – vedere che i cittadini di Istanbul non rinunciano facilmente al loro diritto di manifestare a Taksim e ai loro ricordi”. Partendo da una memoria pubblicata nel suo libro ‘Istanbul’, Pamuk ha detto che nel quartiere di Nisantası, dove é cresciuto, c’era un albero di noci e la sua famiglia ha trascorso un’intera notte vicino a questo albero quando il comune decise di abbatterlo. Lo scrittore ha ricordato quanto quell’episodio avesse contribuito a unire la sua famiglia e come Taksim rappresenti l’albero di noce di Istanbul e per questo debba essere protetta. Pamuk ha quindi ricordato che negli anni Settanta anche lui ha partecipato alle manifestazioni del primo maggio in piazza Taksim.
Ohran Pamuk non mai stato una figura gradita al regime di Ankara. Nel 2005 fu incriminato per alcune dichiarazioni fatte sul massacro turco di armeni e curdi. Le accuse furono ritirate nel 2006 ma lui ha sempre rifiutato il titolo di “artista di Stato”.
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