E’ di almeno 18 morti e 35 feriti il bilancio degli scontri tra miliziani salafiti ed esercito governativo nel sud del Libano, nella localita’ portuale di Sidone. Lo riferiscono fonti dell’esercito di Beirut. Tutto sarebbe cominciato ieri sera quando i seguaci dello sceicco salafita Ahmad al-Assir, un gruppo sunnita ostile alle milizie sciite di Hezbollah, hanno aperto il fuoco vicino ad un checkpoint dell’esercito.
L’esercito libanese, che avrebbe perso almeno dieci soldati nei combattimenti, ha accusato un gruppo armato legato ad al-Assir di aver attaccato “senza alcun motivo” un checkpoint nel villaggio di Abra, alle porte di Sidone. Fonti di stampa hanno riferito che l’assalto è stato seguito da “ore di intense sparatorie” che avrebbero costretto alla fuga i residenti del posto. A scontrarsi sono stati da una parte i soldati e i militanti vicini ad al-Assir e dall’altra questi ultimi con alcuni miliziani di Hezbollah. Fonti locali hanno anche raccontato di disordini nel campo di Ain al-Hilweh, che ospita rifugiati palestinesi, e dove non meglio identificati gruppi islamisti hanno aperto il fuoco contro l’esercito libanese.
“Quanto accaduto oggi va oltre tutto quello che ci potevano aspettare. L’esercito è stato attaccato a sangue freddo in un tentativo di accendere la miccia a Sidone, come nel 1975” si legge in un comunicato diffuso dal commando militare a Beirut, in riferimento allo scoppio della guerra civile in Libano, che durò 15 anni. L’esercito libanese ha rafforzato il dispositivo di sicurezza nella zona di Sidone ma anche nella valle della Bekaa (est) e a Tripoli (nord), bloccando l’accesso ad alcune strade per evitare il dilagare di tensioni e violenze. Per il ministero dell’Interno, che ha invitato tutti alla vigilanza, “con l’attacco al nostro esercito è stata superata una linea rossa”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa