La più alta giurisdizione turca, adottando una decisione di portata storica, ha autorizzato oggi una coppia di cittadini curdi a chiamare la figlia “Kurdistan”, termine da sempre proibito in Turchia perché ritenuto sedizioso. L’uso di questo nome nei manuali scolastici, nelle carte o documenti ufficiali di Paesi stranieri ha spesso dato luogo a delle controversie diplomatiche mentre quando è stato usato da media, intellettuali o dirigenti politici curdi e turchi è valso a questi denunce, multe e a volte carcere.
A riportare la notizia è l’agenzia di stampa Dogan secondo la quale la Corte di Cassazione di Ankara ha respinto la sentenza di un tribunale di primo grado di Hilvan, nella provincia di Sanliurfa nel sud est del Paese che aveva negato a Yunus e Elif Toprak il diritto di chiamare la figlia ‘Kurdistan’ sostenendo che un tale nome costituiva una “offesa alla società”. Il tribunale aveva anche stabilito che alla piccola, nata nell’agosto del 2011, fosse imposto il nome di Helin, diffuso nella regione. La Corte di cassazione ha motivato la sentenza contraria a quella del tribunale locale sostenendo che “la legge prevede che la scelta di un nome per un neonato spetta al padre e alla madre” e che “se il nome ha delle origini straniere, non è necessario cambiarlo”, ha spiegato l’agenzia.
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