Dopo decenni di colpevole silenzio, la Chiesa argentina si è impegnata ad aprire i propri archivi per facilitare la ricerca dei “desaparecidos” e dei loro bambini sequestrati e affidati ad altre famiglie dalla dittatura militare di estrema destra che ha governato con il pugno di ferro dal 1976 al 1983. Dopo una riunione con le “Nonne della Plaza de Mayo”, che da trent’anni chiedono un’iniziativa in tal senso, il presidente della Conferenza episcopale argentina José Maria Arancedo si è detto ora finalmente disposto ad accedere alle richieste assicurando che “la Chiesa sta già lavorando alla questione”. La presidente dell’associazione, Estela de Carlotto, aveva chiesto il 24 aprile scorso un intervento di papa Francesco, durante un’udienza in Vaticano, ricevendo per la prima volta una risposta positiva. Fino ad oggi infatti la chiesa argentina – compreso il periodo in cui Jorge Mario Bergoglio ha ricoperto la carica di primate – aveva sempre risposto col silenzio alle richieste delle famiglie dei desaparecidos. Creata nel 1977, l’associazione è riuscita fino ad ora a identificare 108 bambini sequestrati e affidati a famiglie di militari o vicine al regime su un totale stimato di circa 500 casi. L’apertura degli archivi dovrebbe poter fornire l’accesso ai registri battesimali e ai documenti del Movimento Familiare Cristiano, associazione che sarebbe coinvolta nelle adozioni illegali.
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