Gli islamisti di Ennahda a capo del governo tunisino hanno organizzato un’imponente manifestazione tenutasi ieri sera a Tunisi, in risposta alla moltiplicarsi degli appelli per la loro uscita di scena in seguito all’assassinio, il 25 luglio, del deputato di sinistra Mohamed Brahmi. Decine di migliaia di sostenitori del partito – tra i 150 e i 200 mila secondo gli organizzatori, probabilmente la metà – hanno riempito piazza della Kasba, colorata dal rosso delle bandiere della Tunisia e illuminata dai fuochi d’artificio. “No ai colpi di Stato, sì alle elezioni”, ha gridato la folla riferendosi alla deposizione in Egitto da parte dell’esercito del presidente islamista Mohamed Morsi. Da parte sua l’opposizione laica e di sinistra sta intensificando gli sforzi per rovesciare il governo di transizione nel Paese nordafricano. Allo stesso tempo le forze di sicurezza stanno cercando di combattere un picco di attacchi da parte di miliziani islamisti, che il partito islamico moderato Ennahda condanna come terroristi ma che in numerose occasioni ha protetto e utilizzato contro i suoi avversari politici.
Due presunti terroristi sono stati uccisi ed altri cinque arrestati nel corso di un’operazione delle forze dell’ordine compiuta oggi nella capitale della Tunisia. Secondo quanto riferito da testimoni colpi di arma da fuoco sono stati esplosi alle prime ore di oggi nei pressi di un’abitazione a El Ouardia, zona residenziale di Tunisi, dove le forze di sicurezza hanno affrontato esponenti di un gruppo armato jihadista. Un agente sarebbe rimasto leggermente ferito. Lo ha annunciato Lotfi Hidouri, funzionario del ministero dell’Interno, mentre altre fonti dello stesso Ministero hanno annunciato nella notte di aver sventato un assassinio politico, arrestato “due terroristi molto pericolosi” e sequestrato diverse armi. Il ministero spiega in un comunicato di aver impedito venerdì a Susa, città a 140 km a sud della capitale Tunisi, l’omicidio di una personalità politica non specificata.
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