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Guatemala: verso l’amnistia per il dittatore Rios Montt

Dopo la prima bocciatura, l’ex dittatore José Efraín Ríos Montt torna ad accarezzare la possibilità di ottenere l’amnistia per evitare il proseguimento di uno storico, quanto farraginoso, processo a suo carico per genocidio e crimini di guerra durante il suo breve regime (23 marzo 1982 – 8 agosto 1983).

Con cinque voti a favore e soli due contrari, la Corte Costituzionale ha infatti emesso un’ordinanza chiedendo al tribunale ‘Juzgado A de Mayor Riesgo’ di spiegare perché l’amnistia sollecitata dalla difesa non sarebbe applicabile al generale a riposo. Lo scorso anno lo stesso tribunale aveva respinto la richiesta di amnistia: ora l’alta Corte vuole che “il tribunale ragioni e argomenti giuridicamente” perché ha deciso di escludere per Ríos Montt l’applicazione del Decreto 8-86 con cui il regime di Óscar Mejía Víctores (1983-1986) protesse, temporaneamente, militari e guerriglieri che parteciparono al lungo conflitto interno (1960-1996).

Immediata la replica dell’avvocato Héctor Reyes, del Centro de Acción Legal para los Derechos Humanos (Caldh) – parte querelante nel processo – secondo il quale l’ordinanza della Corte Costituzionale non può essere applicata, poiché ne contraddice un’altra emessa dalla stessa corte ad agosto che giudicava irricevibile la richiesta di amnistia a favore dell’ex dittatore dal momento che i crimini che gli vengono imputati sono imprescrittibili.

Sempre per il Caldh il decreto di amnistia invocato dalla difesa non può essere fonte di diritto perché fu derogato dalla Legge di riconciliazione nazionale in vigore dal 1996, anno in cui si concluse la guerra civile. La legge cancellò infatti tutti i decreti di amnistia emessi in precedenza lasciando aperta la possibilità di perseguire al livello penale i crimini di genocidio, tortura e sparizione forzata.

Ríos Montt, 87 anni, rinviato a giudizio per 1771 omicidi commessi dai militari nel dipartimento nord-occidentale del Quiché contro il popolo indigeno Maya Ixil – solo uno dei numerosi massacri di civili ascritti al suo regime – era stato processato a partire da marzo: il dibattimento si era concluso il 10 maggio con una storica condanna a 80 anni, annullata infine dieci giorni dopo dalla Corte Costituzionale per errori procedurali. La corte ha chiesto di riprendere il processo ma retrodatandolo ben prima della sentenza definitiva e assegnandolo a un altro tribunale, il ‘Tribunal B de Mayor Riesgo’, che l’ha rinviato a una data imprecisata del 2014.

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