Un ragazzo palestinese di soli 15 anni è stato ucciso dai soldati israeliani nel campo profughi di al-Jalazun, vicino a Ramallah, in Cisgiordania. Wajih Wajdi al-Ramahi è stato freddato alle spalle, di fronte alla scuola che frequentava. Condotto in ospedale, per Al-Ramahi non c’è stato nulla da fare ed è deceduto poco dopo il ricovero. Alcuni testimoni oculari hanno dichiarato che nell’area in cui si trovava il ragazzo non c’erano stati né scontri né lanci di pietre che avrebbero potuto provocare l’azione dei militari. Secondo fonti israeliane anonime invece alcuni scontri si erano verificati poco prima nell’area del campo profughi e i militari di guardia avrebbero sparato “in aria” per disperdere la folla.
Il giornalista palestinese Linah Alsaafin ha poi commentato su Twitter: “Tutti stanno mettendo enfasi sul fatto che non erano presenti scontri o lanci di pietre. Ma anche se così fosse, sarebbe importante? Non ci sono scuse per l’assassinio di un bambino!” Molto probabilmente le truppe di occupazione hanno crivellato il corpo del ragazzo da una torretta della vicina – e illegale – colonia di Beit El.
La morte dell’adolescente porta a 26 il numero di palestinesi uccisi dalle forze israeliane nel 2013, per la maggior parte in Cisgiordania.
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