Le forze di sicurezza turche hanno sequestrato un carico di armi diretto verso i ribelli islamisti siriani, arrestando tre persone fra le quali anche un cittadino di Damasco. Lo riporta il quotidiano turco Hurriyet.
Le armi – tra cui dei lanciagranate a razzo – erano state caricate a bordo di un tir fermato dalla polizia nella provincia meridionale di Hatay (Antiochia), non lontano dalla frontiera siriana; ufficialmente il veicolo trasportava aiuti umanitari per conto della ong islamista turca Ihh, che però ha negato qualsiasi coinvolgimento nel traffico d’armi.
Nei giorni scorsi gli stessi media turchi avevano riferito i dati forniti da un documento ufficiale delle Nazioni Unite dalle quali risultava che Ankara aveva fornito ai ribelli siriani circa 47 tonnellate di armi solamente negli ultimi sei mesi dell’anno.
Nonostante i ripetuti dinieghi da parte del premier liberal-islamista Erdogan, il governo turco è stato più volte accusato di fomentare la guerra civile in Siria e di armare le formazioni sunnite islamiste e anche quelle legate ad Al Qaeda da varie parti: dall’opposizione turca, dal partito curdo-siriano Pyd e da diversi organi di stampa internazionali.
A metà dicembre però il quotidiano di opposizione turco Sozcu scriveva che i dati forniti dall’Onu confermano che ”Al Qaeda ha compiuto massacri in Siria con le armi turche”. Secondo Zaman, quotidiano prima vicino al governo e ora critico – controllato dal predicatore Fethullah Gulen, l’ultimo rapporto Comtrade dell’Onu indica che da giugno a inizio dicembre 47 tonnellate di armi sono passate dalla Turchia al territorio siriano. Non sono stati per ora comunicati i dati per i mesi precedenti. Solo in settembre, precisa Hurriyet online, 29 tonnellate di armi sono state fornite dalla Turchia ai ribelli islamisti.
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