Un palestinese di 26 anni è stato ucciso ieri da un colpo d’arma da fuoco esploso da soldati israeliani nei pressi del confine della Striscia di Gaza: lo hanno riferito fonti mediche e dei servizi di emergenza dell’enclave assediata.
Ibrahim Suleiman Mansur stava recuperando materiale edile in mezzo a rovine all’est di Gaza, non lontano dalla linea di frontiera, quando é stato raggiunto da un proiettile in testa. Un altro palestinese è stato ferito al piede dai colpi sparati dai soldati occupanti. La raccolta di materiale edile, successivamente venduto, è una pratica diffusa, soprattutto tra i giovani, rappresentando una delle poche fonti di sostentamento economico per una popolazione rinchiusa in un fazzoletto di terra assediato da tutti i lati.
Come al solito, la versione israeliana è giustificazionista: un gruppo di palestinesi si sarebbe avvicinato alla barriera di sicurezza che sorge sulla linea di confine per cercare di danneggiarla. I soldati israeliani hanno raccontato di aver esploso spari di avvertimento prima di aprire il fuoco sulla controparte. Già a gennaio due ventenni palestinesi sono stati uccisi e un altro ferito al nord dell’enclave tra Israele ed Egitto.
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