Alcune decine di migliaia di cittadini hanno manifestato in questi giorni a Donetsk, a Kharkiv e in altre città della Ucraina orientale e meridionale a maggioranza russa, contro il regime nazionalista di Kiev e per chiedere una maggiore autonomia delle loro regioni.
A Donetsk i dimostranti sventolavano bandiere russe e scandivano slogan in favore di un referendum per l’annessione alla Russia simile a quello che si è svolto in Crimea domenica scorsa. Venerdì il parlamento regionale ha costituito una commissione apposita con l’obiettivo di preparare una consultazione simile a quella realizzata a Simferopoli e Sebastopoli.
Manifestazioni simili, anche se meno partecipate, si sono svolte anche in altre città della regione, come Lugansk. In molti casi i dimostranti hanno anche scandito slogan a favore del ritorno al potere dell’ex presidente Viktor Yanukovich, deposto dal golpe di fine febbraio. Manifestazioni contrapposte – una a favore dell’avvicinamento all’Unione Europea, una contraria ben più consistente – si sono invece tenute a Odessa. Qui un migliaio di manifestanti ha chiesto la liberazione immediata di Antón Davidchenko, leader del consiglio di coordinamento degli organismi pubblici della regione denominato ‘Narodnaya alternativa’ (Alternativa Popolare), arrestato dai servizi di sicurezza ucraini nei giorni scorsi. I manifestanti hanno chiesto la liberazione di tutti quegli attivisti arrestati dalle forze di sicurezza di Kiev perché accusati di aver violato l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Ma proprio nelle ultime ore i servizi segreti di Kiev hanno arrestato Mikhail Ciumacenko, leader del ‘Esercito popolare del Donbass’ (la regione di Donetsk e Lugansk), una milizia creata dalle comunità locali per difendersi dagli attacchi delle squadracce di estrema destra.
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