Igor Markov, ex deputato della Rada ucraina, membro del Comitato di salvezza nazionale guidato dall’ex premier Nikolaj Azarov e leader del partito “Rodina” (Patria; da non confondere con “Batkivščjna”-Patria, la formazione di tutt’altra connotazione, non solo linguistica, guidata da Julija-bombardiamo-i-russi-del-Donbass-Timošenko), arrestato lo scorso 12 agosto a Sanremo su mandato della sezione ucraina dell’Interpol, è uscito ieri dal carcere ed è stato messo agli arresti domiciliari in un albergo italiano. Il Tribunale di Genova aveva negato l’estradizione richiesta dal regime di Kiev.
Markov stesso ha subito dichiarato che non gli è “stata contestata alcuna accusa; c’era solo l’ordine dell’Interpol ucraina, in nessun modo confermato da prove. Io la vedo così: è l’agonia del regime di Pëtr Porošenko che tenta, in un delirio da ebbrezza, di regolare i conti con i suoi avversari politici”. Secondo Markov, con questo arresto insensato, Porošenko ha mostrato al mondo cosa sia il potere ucraino: una banda che per ora comanda il paese. “Non so se mi trovo in una base dell’Interpol: mi sembra che oggi vi si trovino tutti coloro che non vanno bene all’attuale potere ucraino. Con mio profondo rammarico, l’Interpol si sta trasformando in una struttura che svolge le funzioni di regolare i conti politici delle autorità ucraine” e non per la lotta alla criminalità internazionale.
Markov ha dichiarato di aver intenzione di citare in giudizio l’Interpol ucraina, che non ha presentato alcun documento come prova per il suo arresto.
A proposito dei piani per il futuro, ha detto che bisogna “liberare al più presto l’Ucraina da queste canaglie e assassini. Sono sicuro che molto presto toccherà a loro andare di fronte ai giudici. E non saranno giudicati in Europa, ma a giudicarli sarà il popolo ucraino”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
