La Corte suprema indiana ha ammesso il ricorso dei due marò contro l’utilizzo della polizia Nia antiterrorismo e ha sospeso il processo a loro carico presso il tribunale speciale. La prossima udienza si terrà tra quattro settimane.
Fonti legali, al termine dell’udienza, hanno spiegato che il ricorso “contesta in toto il diritto dell’India a condurre l’inchiesta e a giudicare i marò”.
Pare dunque che il lavorio diplomatico stia producendo i suoi frutti. Con un altro po’ di calma – bisogna pur soffisfare la richiesta di giustizia che è emersa nel subcontinente indiano, ora consapevole di essere una piccola “potenza”, non più una colonia da tenre sotto i piedi – la spinosa questione viene rimessa con i piedi per terra.
Chissà la faccia di quelli che volevano dichiarare guerra all’India (da Gasparri a Casapound)…
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