A lungo i ‘ribelli di Euro Majdan’ sono stati considerati, anche dall’opinione pubblica progressista italiana ed europea, un soggetto per cui simpatizzare, con il quale identificarsi, in nome dei ‘comuni valori di libertà e democrazia’. Dall’altra parte, si diceva, c’erano la Russia oscurantista, gli oligarchi assetati di sangue e potere, i nazionalisti filorussi… Su molti siti di ‘movimento’ e di ‘controinformazione’ si raccontava che la piazza era composita, che c’erano per lo più giovani desiderosi di vivere in un paese pulito e civile, e che la presenza di qualche estremista di destra comunque minoritario non doveva portare ad un giudizio negativo su quanto si muoveva contro il corrotto governo Yanukovich. Le masse, si diceva, sono in piazza, e se le masse sono in piazza occorre schierarsi con esse senza troppi distinguo.
La lettura preconfezionata e ideologica di quanto accadeva a Kiev – così come era già avvenuto per la Jugoslavia, e poi per la Libia, la Siria, ecc – ha cancellato a lungo ciò che veramente si nascondeva sotto la superficie di una operazione di marketing ben studiata e preparata.
Ma che ha presto lasciato campo libero ad una realtà fatta di partiti ultranazionalisti e corrotti, di oligarchi assetati di sangue e potere alleati dell’Ue e degli Usa, delle bande naziste che stanno mettendo l’Ucraina a ferro e fuoco, agli ordini di ministri altrettanto oltranzisti.
Qualcuno ora dovrebbe ammettere di essersi sbagliato, che quella piazza, quella ‘rivoluzione’, non aveva nulla di progressista, di positivo, e che oggi la situazione in Ucraina, in Europa e nel mondo non è affatto migliore di quanto lo fosse prima del colpo di stato benedetto da Bruxelles e da Washington. Ma il silenzio di tomba dei media ‘progressisti’ sulla terribile strage di Odessa ci dice che di rivedere le proprie posizioni, in certi ambienti, proprio non se ne parla. E intanto i nazisti di tutto il mondo festeggiano le gesta dei loro camerati ucraini.
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