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Giappone. Si dimezza il surplus import-export

Crolla in Giappone il surplus delle partite correnti nell’anno fiscale 2013/14, chiuso lo scorso 31 marzo, a causa dell’import di combustibili fossili a seguito dello stop delle centrali nucleari dopo la crisi di Fukushima.

Con un deficit commerciale record di 10.860 miliardi di yen (circa 78 miliardi di euro), secondo i dati del ministero delle Finanze, l’attivo delle partite correnti scende a 789,9 miliardi di yen (-81,3%, a quasi 6 miliardi di euro), ai minimi del 1985, anno di avvio delle raccolta omogenea dei dati.

E’ da ricordare che il governo liberal-nazionalista di Shinzo Abe è stato protagonista, da un anno e mezzo a questa parte, di una spregiudicata “svalutazione competitiva” della sua moneta – lo yen – per cercare di recuperare “competitività” globale per le proprie merci. Colossali “iniezioni di liquidità” che sono state lodate da molti economisti e opratori di mercato (per gli spazi speculativi che aprivano). Ma che si sono ora infrante davanti all’aumento dei prezzi dei prodotti da importare, come quelli energetici.

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